Di SaPa non devo dimenticare il mercato, con tante donne delle tribù dei dintorni che vengono qui a mangiare dopo un lungo viaggio a piedi per vendere o comprare qualcosa in città, il piano di sopra dove alcune vecchie confezionano abiti tradizionali e articoli che poi le donne e le bambine delle tribù vendono ai turisti, il reparto di macelleria, dove oltre ai polli con le zampe all'insù c'era anche un cane macellato, a pezzi, ma con la testa ben riconoscibile.
Non devo dimenticare “May” e le altre bambine (buy from me???) sempre in strada a cercare di vendere qualcosa ai turisti, simpatiche, “May” se l'è presa con me perchè gli ho detto che non compravo nulla perchè è piccola e dovrebbe andare a scuola e non stare tutto il giorno in strada, ma alla fine gli compro lo stesso qualcosa.
Non devo dimenticare le bancarelle che vendono spiedini vari e birra dietro la piazza della chiesa dove abbiamo bevuto e cenato nella stessa bancarella per le ultime tre notti. Non posso dimenticare i magnifici paesaggi di montagna con le splendide risaie a terrazza e i bufali che pascolano e si rinfrescano nel fango o nei fiumi. Insomma non posso dimenticare Sa Pa.
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