Verso le 8:30 prendo l'intercity che da Reggio Emilia mi porta a Napoli, il viaggio scorre tranquillo mentre leggo "Navi fantasma", una serie di racconti di vicende marinaresche dominate dal tema comune di navi affondate o abbandonate alla deriva e le storie delle ricerche per il recupero dei relitti, narrati in prima persona dall'autore, Clive Cussler. La mia meta è Baia, anzi, il Parco Archeologico sommerso di Baia, a nord del Golfo di Napoli, nel comune di Bacoli, un'area marina protetta localizzata nel più vasto contesto del Parco dei Campi Flegrei. In epoca romana, come testimoniato dai resti di ricche ville, templi e impianti termali, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani.
Nel territorio di Baia si possono ammirare numerose vestigia dell'età romana e parte del complesso archeologico rimane sotto il livello del mare. La particolarità della zona è legata al fenomeno vulcanico del bradisismo che ha interessato da sempre l'intera costa nord della Provincia di Napoli. Tale fenomeno ha causato, piano piano, l'inabissamento della linea di costa romana di svariati metri. Arrivo alla stazione di Napoli centrale più o meno alle 15:30, con la linea 2 della metro arrivo a Montesanto, qualche centinaio di metri più in là c'è la stazione della ferrovia Cumana, dove aspetto una quarantina di minuti il treno. Scendo a Pozzuoli, fermata di Lucrino, davanti il lago di Lucrino e dietro il mare. Costeggio il mare a piedi per meno di due chilometri, fino al porto di Baia, nel comune di Bacoli. Sono le 17:30. Trovo subito la sede di SeaPoint, il centro subacqueo che ho contattato per fare due immersioni nel Parco Archeologico sommerso di Baia e che mi ha prenotato la stanza, che si trova proprio sopra il Dive Center.