Ripercorro la lunga strada per la stazione, compro il biglietto per Rabat, mi bevo un the alla menta nel caffè della stazione e poi aspetto il treno.

Si viaggia bene sui treni marocchini.
All'arrivo a Rabat mi si apre davanti una modernissima stazione, con scale mobili e negozi di cellulari e uscendo ci si ritrova in una moderna città. Dopotutto Rabat è la capitale del Marocco.

Poco distante si apre però la città vecchia, antica e decadente si, ma non sembra certo di cadere nel medioevo come accade con Fés.
Vedo un hotel nella medina, ma la stanza è piccola e non mi sa di pulito, così vado a vederne un altro, proprio davanti al mercato municipale, che credo sia anche l'entrata alla città vecchia.

Questo è più pulito, la stanza più grande e confortevole e l'accoglienza più calorosa, costa 130 dirham (cira 13 euro), 10 dirham in più dell'altro e sicuramente li vale tutti, anche se la doccia calda costa 10 dirham a parte...

Finito di sistemarmi vado a visitare la Kasbah, che occupa la parte più antica della città, su un promontorio da dove si ha una visione panoramica sull'oceano, incazzato di brutto,

e il fiume.
Anche dentro questa fortezza si snodano piccole stradine tra case intonacate e dipinte di azzurro.
Scendo anche in spiaggia a fare una passeggiata.

Continua a rimbombarmi in testa il ritornello della canzone dei Clash, Rock the Kasbah, Rock the Kasbah... Rock the Kasbah.