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venerdì 25 maggio 2007

* Guayaquil

Dal terminal prendo un autobus per andare a Guayaquil, la seconda città, primo porto e primo polo industriale dell' Ecuador, per un pò la strada è la stessa che porta a Ingapirca, poi taglia le ande e scende fino alla pianura costiera, non c'è che dire, il paesaggio cambia notevolmente e anche le cittadine che si incontrano con i loro abitanti, sono differenti, e la temperatura sale. L'arrivo, dopo 5 ore, è traumatico, stanno lavorando al terminal, perciò mi lasciano praticamente in mezzo alla strada. Cammino per circa un chilometro per arrivare al terminal, zaino in spalla e attraversando un mercato, tra il traffico insensato e una marea di gente. Al terminal chiedo informazioni, ma anche queste sono piuttosto confuse... Con un taxi raggiungo il centro, mi faccio lasciare in un hotel economico che conosce il taxista, propio in un angolo del parco del centenario, e l' hotel si chiama centenario, dal parco parte l' avenida 9 de octubre che porta dritta al malecon 2000, sulla riva del rio Guayas, moderno, ben curato, pieno di gente e locali commerciali. La città è moderna, con grandi e moderni gratacieli e centri commerciali ma non mancano i monumenti e gli edifici storici. Rimango a Guayaquil 2 notti, e nei due giorni visito, oltre il malecon 2000, il parco del centenario e avenida 9 de octubre, il centro coloniale, alla fine del malecon, su una collina, il serro santa Ana, con i suoi più che 500 gradini, raggiungendo la cima dove c'è la chiesa più vecchia della città, il faro, e un museo con qualche rovina e qualche cannone, visito anche il bel museo archeologico che c'è nel malecon e che la domenica (giorno che l' ho visitato) è gratis. Faccio anche un giro dall' altra parte del parco e l' a. 9 de octubre arriva ad un altro malecon (salado) sulla riva di un altro fiume. Nel centro c'è anche un parco con tantissime iguane, alcune grandissime.
Il 22 luglio 1822 si riunirono a Guayaquil i "liberatori" Simon Bolivar e Jose De San Martìn. La riunione aveva come meta il definire il futuro geopolitico della regione liberata e della città.Simòn Bolìvar scendeva dalla Colombia, José de San Martìn saliva dal Perù, insieme avevano "liberato" la maggior parte del continente sud americano. Si incontrarono a Guayaquil, Equador, nel luglio 1822 per discutere il futuro degli stati neo-indipendenti. Ma il loro incontro sfocio in disaccordo, avviando una tendenza alla disunione politica dell' america latina indipendente, ed entrambi restarono delusi dai paesi che avevano creato.
L' indipendenza fece poca differenza, perchè non cambiò la struttura di base della società coloniale. Non fu una vera rivoluzione. Tutto quello che successe fu che l' élite latina cessò di pagare tributi alla Spagna.
Spagna che ormai non era niente più che un intermediario nel trasferimento delle ricchezze dalle miniere e dalle encomiendas dell' america latina ai banchieri del nord europa. Con la Spagna fuori gioco, l' Inghilterra dominò il commercio con l' america latina del XIX secolo, propio come oggi dominano gli Stati Uniti.
Ma per gli indios, ancora costretti ai lavori forzati nelle miniere e alla schiavitù nei campi, non vi fu alcun cambiamento.

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