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martedì 29 maggio 2007

*Quito

E anche da PuertoLopez me ne vado dopo 2 notti, con un autobus che parte alle 8,30, attraversando cittadine e facendo varie fermate, salendo le ande quasi come se le stesse scalando, tanto è vecchio e malconcio, per arrivare a 2850 metri s.l.m., alle 8 di sera, al terminal "el cumandà" di Quito, la capitale dell' Ecuador. Il bello di viaggiare di giorno in autobus è che si possono ammirare i paesaggi, anche se può essere una perdita di tempo e di soldi, potendo viaggiare la notte e risparmiando i soldi di un hotel e il tempo per visitare qualcosa.
Dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco, Quito è considerata, per le splendide testimonianze del suo passato coloniale, una delle più belle e suggestive città del Sud America. Il centro antico è pieno di case intonacate di bianco, di tetti in tegole rosse e di chiese coloniali, però io vado a stare in un hotel nella zona nuova, in avenida amazonas, che mi consiglia la ragazza delle informazioni turistiche, perchè, dice, è più sicuro e il centro storico è pericoloso, pieno di tragattini, prostitute, ladroni e ubriachi. In genere non mi preoccupo tanto di queste cose, son stato parecchie volte in posti cosi, e raccontano storie e avventure più affascinanti e meno noiose, però, visto che ha insistito tanto... gli do retta. La zona settentrionale della città è la parte nuova, dove si trovano gli uffici moderni, le ambasciate, i centri commerciali e gli uffici delle linee aeree.
Passata la notte mi sveglio con un pò d'influenza e mal di stomaco, però non ho voglia di stare a riposo e con il "metrobus", (che è un autobus che segue una rotta particolare su una strada (quasi) esclusiva), fino al capolinea poi cambiando autobus vado a visitare "la mitad del mundo", a una ventina di chilometri da quito, una cittadina stile "vero ecuador", con musei, casette, spettacoli nella piccola piazza centrale e un monumento innalzato esattamente sulla linea equatoriale, alla latitudine zero. Qui, tra il 1736 e il 1744, Charles de la Contamine e un gruppo di suoi colleghi francesi misurarono la curvatura terrestre per conto della Reale Accademia di Francia e accertarono che la linea immaginaria che divide in due la terra passa qui.
Anche il giorno dopo non mi sento molto bene... e vado a visitare il centro storico, salendo a piedi, con non so quanti gradini... ma tanti, fino a "el panecillo" una collina con una vista favolosa sulla città vecchia, e anche la nuova, trovandosi praticamente al centro della città, e con una gigantesca Statua della Vergine di Quito
. bhe, per scendere però aspetto un autobus, e nel fratempo faccio autostop e mi carica un signore fino a sotto la collina, da dove poi mi ridirigo verso il vicino centro storico a visitare altre chiese e strade acciotolate. il terzo giorno a quito lo passo riposandomi un pò, e vado a vedere solo un parco che c'è vicino al mio hotel dove c'è un mercatino di artigiani.

gigipeis

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