Il 3 agosto, dopo una notte insonne perché oggi io e Gianina ci separiamo, alle 6 usciamo di casa per accompagnarla all’ aeroporto militare per cercare di procurargli il volo per Iquitos. Riesce a trovare posto nell aereo della Fuerza Aerea e alle 9 si imbarca, salutandoci con sorrisi che mascherano la tristezza, lasciandoci per chissà quanti mesi. Con la mamma, dopo aver pranzato in un ristorante economico a San Roque, ritorno a casa a prendere il mio zaino e vado a prendere il bus per Tumbes che parte alle 4 del pomeriggio. Arrivo alle 10 del mattino seguente, passo la frontiera ad aguas verdes- huanquillas e a mezzogiorno prendo il bus per Guayaquill, 5 ore, dal Terminal prendo immediatamente un bus per JipiJapa, 3 ore e mezza, e in un incrocio aspetto l’autobus per Puerto Lopez, dove arrivo verso le 10 di notte, faccio un po' fatica a trovare un hotel ma alla fine un motocarrista mi accompagna in uno dove organizzano anche un tour per vedere le balene il giorno dopo. Così domenica 5 alle 10 con un gruppo di turisti ci imbarchiamo in una piccola barca e andiamo al largo per cercare le balene. Ne incontriamo tre a circa 12 miglia dalla costa, sono enormi, bellissime, escono dall' acqua, saltano, giocano tra di loro e spruzzano. Un' altra grande, emozionante, esperienza Sud Americana. Qui le chiamano "ballenas jorobadas", in italiano si chiamano "megattere" e raggiungono i 12-15 metri, la loro caratteristica è che hanno le pinne laterali molto lunghe, a volte anche un terzo della lunghezza del corpo. Da giugno a settembre viaggiano dall' Antartide fino alle coste dell' Ecuador per accoppiarsi e dare alla luce i piccoli.
Dopo ci dirigiamo verso la costa e facciamo un po' di snorkelig, maschera e boccaglio e giù in mare vicino ad uno scoglio che chiamano "horno del pan" e prima di ritornare a Puerto Lopez ci mostrano anche una parete rocciosa dove annidano vari uccelli marini. Arrivati in spiaggia tutti in agenzia a mangiare il cevice.