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sabato 21 marzo 2009

Aswan

Il treno per Aswan, da Luxor, doveva partire alle 9.30, raggiungo la stazione, dopo colazione, verso le 8.45, pero' poi parte a mezzogiorno, il biglietto si fa sul treno ed ho pagato 31 sterline egiziane, il viaggio dura circa tre ore. In stazione faccio conoscenza con una coppia di argentini.
Per quasi tutto il tragitto, dal lato destro del treno si notano vegetazione, palmeti, tanti campi di canna da zucchero e spesso si vede il Nilo con qualche nave da crociera che va verso nord, dal lato sinistro spesso c'e' il deserto e la la maggior parte dei piccoli centri abitati, dove il deserto di pietre e sabbia lascia spazio alle case, moschee e qualche palma.
Ad Aswan c'e' molto caldo, l'aria e' secca e profuma di spezie, mi sembra veramente Africa rispetto all'Egitto visto fino ad ora. La gente e' per lo piu' di colore, i visi delle donne incorniciati dal velo sono piu' scuri, cosi' come le facce degli uomini che spuntano dalle lunghe tuniche.
Nel suq si vedono maschere e statue tipicamente africane, che fino ad ora, qua in Egitto, non avevo ancora visto. Cio' che mi sta' intorno mi sembra africano. Sensazioni.
Mi sistemo in una stanza singola di un hotel che consiglia la Lonely Planet, il Noorhan hotel, 35 sterline, vicino alla stazione e in una traversa del suq. Anche gli argentini si sistemano li.
All'hotel ci propongono l'escursione ad Abu Simbel per 70 sterline (il trasporto in pulmino). Accettiamo. Poi andiamo a cercare un ristorante e a passeggiare sul lungofiume, la cornice, incontriamo una coppia di tedeschi che erano sul treno con noi e tutti e cinque prendiamo un piccolo traghetto pubblico che per un pound in 10 minuti ci porta sull'isola Elefantina, dove passiamo tra le vie strette di un piccolo ed autentico villaggio nubiano. Tramonto sul Nilo. Poco dopo il tramonto prendiamo lo stesso traghetto e torniamo ad Aswan, passeggiamo sul lungofiume e raggiungiamo la cattedrale copta, che pero' e' chiusa. Un losco figuro ci insegue per un bel po' ma quando capisce che ci siamo accorti di lui gira i tacchi e se ne va'. Un ultimo giro tra i negozi con insistenti commessi che sembrano conoscere tutte le lingue, due falafel da un baracchino del suq, poi rientro in hotel.

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