Pasqua. Ormai sono anni che non passo una pasqua a casa, in Italia! Qui in Thailandia, a Krabi, non si respira certo l'aria, ma mi viene ricordato dai tanti sms che mi arrivano da amici e parenti, tra cui anche quello di Sonia. Stamattina mi son diretto verso il fiume ed ho cercato la barca per andare a Raylai, dove c'è una delle più belle spiagge dei dintorni. Devo aspettare un po',che ci sia abbastanza gente per partire. Sbarco sul lato est della penisola, la spiaggia migliore è a dieci minuti di cammino, sul lato ovest. Raylai offre un suggestivo spettacolo, caratterizzato da superbe scogliere a picco. Queste pareti, col panorama che le circonda, vengono considerate tra le più belle al mondo dove praticare l'arrampicata su roccia. Io mi godo la giornata in spiaggia, tra un bagno nel mare caldissimo guardando le scogliere e una birra. Per rientrare a Krabi scelgo una seconda opzione: prendo la barca per Ao Nang (che costa anche meno) e da lì, dopo una camminata sulla spiaggia, che non è niente male, salgo su un “Sorng-táa-ou”, un pick-up, meglio un furgoncino, con delle panche in legno montate sul cassone e una tettoia di plastica, mezzo molto comune per spostarsi da queste parti. Come ieri vado poi a cenare sul lungofiume, dove ci sono tante bancarelle che vendono cibo. I noodle di stasera erano buonissimi.
Questo è un diario di viaggio, senza presunzioni.
Cronache, racconti, appunti, memorie delle mie avventure, a volte con frasi prese in prestito da libri, riviste, giornali o copia-incolla da siti internet.
Continuavo a considerare me stesso normale e folle il resto del mondo, tuttavia con mia grande costernazione a poco a poco mi resi conto che i miei amici pensavano esattamente il contrario. Eppure non mi sentivo turbato da particolari demoni interiori. Conoscevo la verità: il mondo -il nostro mondo occidentale- era folle. Non riuscivo a entusiasmarmi pensando alla carriera o alla pensione. Avevo bisogno di una scintilla capace di accendermi, di uno scopo, di un ideale per cui battermi. Attorno a me vedevo una società che aveva smarrito il senso dell' interesse collettivo, della comunità. Dove il futuro non andava oltre i bilanci per l' anno successivo. Una società "innaturale", nel senso letterale del termine: dove i bambini crescevano senza essersi mai arrampicati su un albero e incapaci di riconoscere le costellazioni. Una società materialista che aveva perduto la percezione della gioia di essere vivi, e l' aveva rimpiazzata con armadi modulari dell' IKEA. Era un mondo incasinato, in cui non riuscivo a trovare né uno scopo, né uno spazio. "Mark Mann" -Sul Gringo Trail-
Da dove mi visitate
"Mille anni fa come adesso, cantastorie e menestrelli, rocker e rapper, sono lì a cantare l'altra storia, quella che la gente vuol sentire e il palazzo vuol far sparire. Ma la musica vola. Inafferrabile e imprendibile. Come si fa a metter in gabbia una canzone? Come si può uccidere un ritmo, una ballata, uno stornello?" DarioFO