Phi Phi Island si è rivelata una bella meta, con belle emozioni e bei paesaggi. Bella la spiaggia di Ao Lo Dalam, a due passi dalla guesthouse dove alloggiavo. Paesaggi fiabeschi e acqua caldissima, tanta gente, zero macchine, qualche barca, molto spazio per star tranquillo. Immersioni fantastiche, fondali interessanti, tanti piccoli pesci tropicali, tanti coralli e anemoni, pochi pesci grandi, purtroppo. Il dive master che mi accompagna è francese ma simpatico, comunichiamo in spagnolo, che ha imparato in Messico. Acque chiare verde smeraldo. La prima immersione è nei pressi dell'isola Phi Phi Leh e alla fine reimmergiamo davanti a Maya beach, la spiaggia famosa perché fu utilizzata come set del film “The Beach” con Leonardo di Caprio. La seconda immersione è vicino ad uno scoglio che si erge poco lontano, e forse è anche la più bella delle due. Durante questa immersione siamo anche entrati in una grotta, molto interessante anche se molto buia. Nel dive center lavora anche una ragazza brasiliana che è stata per qualche mese in Italia e parla italiano, la sera la rivedo che lavora anche in un ristorante e mi convince a mangiare lì, e tra l'altro ho mangiato anche bene, nulla di eccezionale, però soddisfacente.
Questo è un diario di viaggio, senza presunzioni.
Cronache, racconti, appunti, memorie delle mie avventure, a volte con frasi prese in prestito da libri, riviste, giornali o copia-incolla da siti internet.
Continuavo a considerare me stesso normale e folle il resto del mondo, tuttavia con mia grande costernazione a poco a poco mi resi conto che i miei amici pensavano esattamente il contrario. Eppure non mi sentivo turbato da particolari demoni interiori. Conoscevo la verità: il mondo -il nostro mondo occidentale- era folle. Non riuscivo a entusiasmarmi pensando alla carriera o alla pensione. Avevo bisogno di una scintilla capace di accendermi, di uno scopo, di un ideale per cui battermi. Attorno a me vedevo una società che aveva smarrito il senso dell' interesse collettivo, della comunità. Dove il futuro non andava oltre i bilanci per l' anno successivo. Una società "innaturale", nel senso letterale del termine: dove i bambini crescevano senza essersi mai arrampicati su un albero e incapaci di riconoscere le costellazioni. Una società materialista che aveva perduto la percezione della gioia di essere vivi, e l' aveva rimpiazzata con armadi modulari dell' IKEA. Era un mondo incasinato, in cui non riuscivo a trovare né uno scopo, né uno spazio. "Mark Mann" -Sul Gringo Trail-
Da dove mi visitate
"Mille anni fa come adesso, cantastorie e menestrelli, rocker e rapper, sono lì a cantare l'altra storia, quella che la gente vuol sentire e il palazzo vuol far sparire. Ma la musica vola. Inafferrabile e imprendibile. Come si fa a metter in gabbia una canzone? Come si può uccidere un ritmo, una ballata, uno stornello?" DarioFO