Le giornate a Lima passano tranquille, tra i centri commerciali e Miraflores, la presenza dell' oceano si sente e mi mette di buon umore, le notti altrettanto, davanti alla tv del Rodas, godendomela fino in fondo perché a Iquitos non ho il televisore.
Un piacevole incontro con Roberto, un italiano e Jessica, la sua ragazza peruana, che ho conosciuto la volta scorsa qua in perú, a Yurimaguas, nel barcone che ci ha trasportato ad Iquitos, in quell' occasione stavo malissimo, la notte prima avevo bevuto, assetato, acqua dal rubinetto dell' hotel, cosí mi ero preso una bella infezione intestinale con tanto di febbre alta e loro si son presi gentilmente cura di me per tutto il viaggio, circa tre giorni, navigando prima sul rio Huallaga, poi nel rio Marañon ed infine, poco dopo Nauta il rio Amazonas. Cosí, dopo esserci messi daccordo in internet, telefono e ci incontriamo all' ovalo di miraflores, una passeggiata per il parco, poi beviamo qualcosa in un locale in avenida Larco e ci facciamo prendere dalle chiacchiere. Prima di prendere ogniuno la propia via peró ci fermiamo a visitare e fare una puntata all' Atlantic City, un grande casinó stile Las Vegas.
Il 17, alle tre e venti parte l' aereo per Iquitos, e il posto vicino al finestrino mi regala superbe viste, prima del oceano, perché l' aereo esce in mare prima di virare e alzarsi sopra le innevate cime andine e poi ridiscendere nel mare verde della foresta amazzonica.
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