La strada che scende da Quito, soprattutto fino a Santo Domingo, è spettacolare, anche se ci sono frane e smottamenti che ritardano il cammino. Il verde della foresta fa da padrone e intravedo decine di cascate che sembrano cadere dalle cime delle montagne fino quasi ai bordi della malmessa carreggiata.
La notte del 16, dopo due notti e un giorno passati a Quito, arrivo a Guayaquil, vicino all’oceano Pacifico, sulla riva destra del fiume Guayas. I giorni scorsi è piovuto tanto, anche adesso sta piovendo, e alcuni quartieri in periferia sono allagati e alcune case distrutte. Passo i due giorni successivi a cercare un biglietto aereo per le isole Galapagos. Visito diverse agenzie di viaggi e turismo, mi rendo conto che trovare il biglietto aereo è impossibile in questa settimana di pasqua, ed è quasi impossibile anche trovare un pacchetto tutto compreso ma martedì sera riesco ad averlo, dopo tante ore aspettando in un’agenzia che fa un’infinità di telefonate. Parto il 22 e ritorno il 27. Unica molestia è che devo aspettare a Guayaquil fino a sabato. Il mercoledì vado a Playas di Villamil, dove c’è una bella spiaggia con l’acqua caldissima e grandi onde. Due ore di pullman per arrivare, un’ora in spiaggia, un’ora in un ristorante per pranzare a base di pesce, dieci minuti per visitare la piazza principale e altre due ore di autobus per ritornare a guayaquil. Il giovedì vado a fare un giro in barca per il fiume Guayas, un veliero di legno in stile pirata, dal nome Morgan, come il famoso pirata che assaltò Guayaquil e molte altre città della colonia spagnola, Henry Morgan. La notte faccio un giro a bere qualche birra per la zona rosa, piena di locali e piccole discoteche, in compagnia della ragazza che lavora nell’hotel dove alloggio. Oggi dormo quasi tutto il pomeriggio, poi vado a fare il solito giro per la strada principale (9 de octubre) e il lungofiume.
Una leggenda narra che il nome Guayaquil derivi dall'unione dei nomi dell'eroico capo indio Guayas e della sua sposa Quil, divenuti simbolo della resistenza indigena che, secondo la tradizione popolare, preferirono lottare fino alla morte piuttosto che sottomettersi ai conquistadores spagnoli. Si considera il 15 agosto 1534 la data ufficiale della fondazione da parte del Capitano spagnolo Francisco de Orellana, che le diede il nome di Muy Noble y Muy Leal Ciudad de Santiago de Guayaquil. La mattina del 9 ottobre 1820, praticamente senza spargimenti di sangue, un gruppo di civili appoggiati da un battaglione del Vicereame del Perù stanziato nella città, neutralizzò le Guardie Reali ed arrestò le autorità spagnole. Guayaquil fu così la prima città dell'Ecuador a dichiararsi indipendente. Il 24 maggio 1822, il libertador Simón Bolívar, dopo lo storico incontro con il suo omologo argentino José de San Martín nella città, unì la Provincia Libera di Guayaquil - non senza proteste da parte dei cittadini e del loro Capo Civile Olmedo - alla Repubblica della Gran Colombia. Nel 1830 gli stati che formavano la Gran Colombia si separarono e da allora la città di Guayaquil fa parte della Repubblica dell’Ecuador.
La notte del 16, dopo due notti e un giorno passati a Quito, arrivo a Guayaquil, vicino all’oceano Pacifico, sulla riva destra del fiume Guayas. I giorni scorsi è piovuto tanto, anche adesso sta piovendo, e alcuni quartieri in periferia sono allagati e alcune case distrutte. Passo i due giorni successivi a cercare un biglietto aereo per le isole Galapagos. Visito diverse agenzie di viaggi e turismo, mi rendo conto che trovare il biglietto aereo è impossibile in questa settimana di pasqua, ed è quasi impossibile anche trovare un pacchetto tutto compreso ma martedì sera riesco ad averlo, dopo tante ore aspettando in un’agenzia che fa un’infinità di telefonate. Parto il 22 e ritorno il 27. Unica molestia è che devo aspettare a Guayaquil fino a sabato. Il mercoledì vado a Playas di Villamil, dove c’è una bella spiaggia con l’acqua caldissima e grandi onde. Due ore di pullman per arrivare, un’ora in spiaggia, un’ora in un ristorante per pranzare a base di pesce, dieci minuti per visitare la piazza principale e altre due ore di autobus per ritornare a guayaquil. Il giovedì vado a fare un giro in barca per il fiume Guayas, un veliero di legno in stile pirata, dal nome Morgan, come il famoso pirata che assaltò Guayaquil e molte altre città della colonia spagnola, Henry Morgan. La notte faccio un giro a bere qualche birra per la zona rosa, piena di locali e piccole discoteche, in compagnia della ragazza che lavora nell’hotel dove alloggio. Oggi dormo quasi tutto il pomeriggio, poi vado a fare il solito giro per la strada principale (9 de octubre) e il lungofiume.
Una leggenda narra che il nome Guayaquil derivi dall'unione dei nomi dell'eroico capo indio Guayas e della sua sposa Quil, divenuti simbolo della resistenza indigena che, secondo la tradizione popolare, preferirono lottare fino alla morte piuttosto che sottomettersi ai conquistadores spagnoli. Si considera il 15 agosto 1534 la data ufficiale della fondazione da parte del Capitano spagnolo Francisco de Orellana, che le diede il nome di Muy Noble y Muy Leal Ciudad de Santiago de Guayaquil. La mattina del 9 ottobre 1820, praticamente senza spargimenti di sangue, un gruppo di civili appoggiati da un battaglione del Vicereame del Perù stanziato nella città, neutralizzò le Guardie Reali ed arrestò le autorità spagnole. Guayaquil fu così la prima città dell'Ecuador a dichiararsi indipendente. Il 24 maggio 1822, il libertador Simón Bolívar, dopo lo storico incontro con il suo omologo argentino José de San Martín nella città, unì la Provincia Libera di Guayaquil - non senza proteste da parte dei cittadini e del loro Capo Civile Olmedo - alla Repubblica della Gran Colombia. Nel 1830 gli stati che formavano la Gran Colombia si separarono e da allora la città di Guayaquil fa parte della Repubblica dell’Ecuador.