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giovedì 15 maggio 2014

Baia e Ninfeo Claudio













Per la prima immersione devo presentarmi alle 10:30 al dive center, ma prima vado al Castello Aragonese per visitare il museo dei Campi Flegrei, dopo un cornetto al cioccolato e un caffè al bar. L'imponente castello si trova su un promontorio a picco sul mare a circa quindici minuti di cammino dal porto, la costruzione iniziò verso il 1490, sui resti di una antico palazzo romano, in un'area strategica da cui si domina lo specchio di mare che si estende dal golfo di Pozzuoli all'acropoli di Cuma, con veduta di Capri, Procida ed Ischia. Il panorama dai bastioni è fantastico, la giornata è splendida e vien voglia di tuffarsi in mare. La visita all'interno del castello, al museo, è abbastanza veloce, hanno aperto le porte in ritardo e non ho molto tempo.
Nel museo sono esposti reperti archeologici provenienti da Pozzuoli, Cuma e Baia. Arrivo puntuale al dive center, prepariamo l'attrezzatura, mi metto la muta e i calzari e saliamo sul gommone, pochi minuti di navigazione e arriviamo al sito chiamato Secca Fumosa.
In acqua siamo solo io e la guida-istruttrice che mi accompagna. L'immersione è caratterizzata dai resti di 12 piloni in muratura di epoca romana che sorreggevano il grande molo panoramico che si protendeva nello specchio d'acqua del Lacus Baianus, l'odierna Baia. L'immersione si snoda lungo il percorso tracciato dai piloni, alcuni alti anche otto metri e ricoperti e circondati da tanta vita marina. Il percorso è arricchito dalla suggestiva presenza di "fumarole": sorgenti d'acqua calda e bollicine di origine vulcanicache si sprigionano dal fondale e che danno il nome al sito. Finita l'immersione si ritorna al molo, faccio una doccia e mi vesto, vado a mangiare un panino e alla 14:30 si parte per la seconda immersione al Ninfeo Triclinio dell'Imperatore Claudio, nei pressi di Punta Epitaffio, a pochi minuti di navigazione. L'immersione è a pochi metri di profondità, nella zona A dell'area marina protetta del parco archeologico sommerso. Si tratta dei resti di un edificio di forma rettangolare dove si ammira la ricostruzione di una serie di statue, le originali si trovano nel museo dei Campi Flegrei.
Questo gruppo di statue costituiva una sorta di galleria di ritratti dinastici dell'imperatore, la statua di Antonia Minore, la mamma dell'imperatore, quella di una bambina, probabilmente una figlia dell'imperatore morta in tenera età, due statue di Dioniso, che rappresenta la personificazione dell'inebriamento, e con al culmine un apside con la scena dell'Odissea con la statua di Ulisse che porge una coppa di vino a Polifemo (la cui statua non è stata ritrovata) e il compagno Bajos con un otre che versa il vino. Proseguendo si incontra una strada basolata, la via Herculea, che da Baia arrivava fino all'odierna Pozzuoli, e i resti di due ville con pavimenti in marmo e cotto ottimamente conservati. Una volta a terra, dopo aver lavato l'attrezzatura, sistemato le varie cose, pagato il conto, ritorno nella camera, mi rilasso un'oretta, mi preparo e risistemo lo zaino, lascio le chiavi, saluto e, con lo zaino in spalla, vado a visitare le Terme di Baia, strutture archeologiche di epoca romana disposte su terrazzamenti.
Dalla piazzetta dietro il porto, dove c'è il tempio di Diana, partono delle scale che portano sulla collina dove si trova l'entrata. L'ingresso è gratuito anche qui come al castello e il guardiano mi fa lasciare gentilmente lo zaino in guardiola. Visita interessante e vista panoramica molto suggestiva. Il cielo si scurisce sempre più, così, prima che cominci a piovere, mi incammino verso la stazione di Fusaro, non molto distante dalle terme, quindi raggiungo Napoli, la stazione di Montesanto, e poi con la linea 2 arrivo alla stazione centrale, mangio una pizza, bevo una birra e alle 21:30 parte il treno per tornare a Reggio Emilia.

mercoledì 14 maggio 2014

Arrivo a Baia, Campi Flegrei, Napoli











Verso le 8:30 prendo l'intercity che da Reggio Emilia mi porta a Napoli, il viaggio scorre tranquillo mentre leggo "Navi fantasma", una serie di racconti di vicende marinaresche dominate dal tema comune di navi affondate o abbandonate alla deriva e le storie delle ricerche per il recupero dei relitti, narrati in prima persona dall'autore, Clive Cussler. La mia meta è Baia, anzi, il Parco Archeologico sommerso di Baia, a nord del Golfo di Napoli, nel comune di Bacoli, un'area marina protetta localizzata nel più vasto contesto del Parco dei Campi Flegrei. In epoca romana, come testimoniato dai resti di ricche ville, templi e impianti termali, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani.
Nel territorio di Baia si possono ammirare numerose vestigia dell'età romana e parte del complesso archeologico rimane sotto il livello del mare. La particolarità della zona è legata al fenomeno vulcanico del bradisismo che ha interessato da sempre l'intera costa nord della Provincia di Napoli. Tale fenomeno ha causato, piano piano, l'inabissamento della linea di costa romana di svariati metri. Arrivo alla stazione di Napoli centrale più o meno alle 15:30, con la linea 2 della metro arrivo a Montesanto, qualche centinaio di metri più in là c'è la stazione della ferrovia Cumana, dove aspetto una quarantina di minuti il treno. Scendo a Pozzuoli, fermata di Lucrino, davanti il lago di Lucrino e dietro il mare. Costeggio il mare a piedi per meno di due chilometri, fino al porto di Baia, nel comune di Bacoli. Sono le 17:30. Trovo subito la sede di SeaPoint, il centro subacqueo che ho contattato per fare due immersioni nel Parco Archeologico sommerso di Baia e che mi ha prenotato la stanza, che si trova proprio sopra il Dive Center. Dopo i primi convenevoli e qualche chiacchiera mi accompagnano nella mia stanza, che è più un miniappartamento, bello, grande e attrezzato di tutto ciò di cui posso aver bisogno, una porta finestra con un balconcino che da sul porto e il castello aragonese bello in vista, ottimo panorama. Dopo essermi sistemato faccio un giro nei dintorni: il porto, la piazzetta dove ci sono le rovine del tempio di Diana, una colossale cupola di età romana crollata per metà, un caffè al bar, il tempio di Venere, un altro edificio termale a pianta ottagonale vicino al porto e a chiedere informazioni per visitare il castello Aragonese e quindi il museo al suo interno in una specie di ufficio turistico. Verso le 20 ritorno al Dive Center per metterci daccordo per le immersioni del giorno dopo e poi vado a mangiarmi un pezzo di pizza alla fine del porto, vicino alla spiaggia, dove faccio una passeggiata prima di ritirarmi nella mia stanza.

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