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lunedì 30 aprile 2012

Immersioni a Kas

Dal otogar di Selcuk raggiungo quello di Aydin, faccio un giro per il mercato poi salgo sull'autobus che in circa sette ore mi porta a Kas, la mia seconda meta.
Mi sistemo in una pensione consigliata da Lonely Planet dove prenoto anche le immersioni per il giorno dopo. Faccio un giretto per la piazza centrale, davanti al porto, e ceno con un Kebab da 3 lire ma vado a letto presto. L'atmosfera della cittadina è rilassata e mi lascia una bella impressione.Il mattino, dopo la colazione inclusa, il ceffo della pensione mi accompagna alla barca per la prima immersione. La barca è grande e c'è tanta gente, compreso alcuni che fanno il corso open water e devono fare le prime immersioni.
L'immersione la facciamo nel sito chiamato "Tunnel", si scende graduatamente fino a circa venti metri, poi si apre una voragine a strappiombo fino a 39 metri, lì si apre una grotta larga almeno quattro metri, si entra e si esce dall'altro lato senza difficoltà, poi si ricomincia la lenta risalita.
Risaliti tutti in barca, ci si sposta in un altra località, dove si tuffano quelli che stanno prendendo l'open water. Un po' mi annoio, un po' chiacchiero con turisti turchi col mio improbabile inglese, un po' mi scotto la lingua col te. Sbarchiamo alle 2:30, il tempo di mangiare qualcosa, fare un salto in hotel e alle tre e mezzo di nuovo in barca, questa volta ci sono anche Massimo ed Angelica, un italiano che alloggia nella mia stessa pensione e la ragazza inglese. L'immersione è in un punto che si chiama Lighthouse, la maggior parte del gruppo si immerge lungo la parete, io, Massimo ed un altro ragazzo turco, accompagnati dal Dive Leader visitiamo il relitto di un Aeroplano per paracadutisti C-47 Dakota in ottimo stato che ha servito la Turchia durante la guerra di Cipro. Messo a 20 metri sott'acqua come attrattiva turistica, è integro e si visita anche l'interno, immersione molto suggestiva e molto più divertente e gratificante di quella del mattino. Finita l'immersione anche stavolta ci spostiamo e si buttano in acqua gli Open Water. Sbarco che ormai il sole sta calando.

sabato 28 aprile 2012

Efeso

Ed eccomi a Efeso, l'antica capitale della provincia romana dell'Asia Minore.
Sono arrivato in turchia due giorni fa, con un volo da Bologna ad Istanbul. Atterro verso le dieci di sera poi con la metropolitana vado alla stazione degli autobus e a mezzanotte parto alla volta di Izmir. La notte in autobus passa tranquilla, anche se non dormo molto. La mattina arrivo a Izmir e trovo subito un dolmus (un pulmino) per Selçuk, la mia prima meta.
Selçuk è una piccola cittadina nei pressi di Efeso, passo la giornata andando un po' in giro ma non mi sembra sia particolarmente interessante, a parte la vicinanza ad Efeso, qualche pensioncina economica e i kebab a 2 lire. Stamattina, dopo la colazione compresa nel prezzo dell'ostello, vado a visitare Efeso, dista circa tre chilometri dalla città e decido di andare a piedi. Qui si dice che Efeso sia la città di epoca classica meglio conservata del meditterraneo. La città era dedicata a Artemide, qui simbolo di fertilità e non come in Grecia, dea della caccia. Le rovine sono veramente interessanti ma c'è troppa gente, e meno male che avevo letto che i periodi migliori per visitarla sono maggio e settembre perchè non ci sono troppi turisti... tutti devono aver letto quello che ho letto io e hanno deciso di visitarla a maggio. Il monumento più fotografato è forse "la biblioteca di Celso", meglio dire la facciata della biblioteca, interamente ricomposta da archeologi austriaci. Spettacolare anche il teatro grande, veramente grandissimo, in grado di ospitare 25000 persone, peccato che al suo fianco c'è una gru. Un altra attrattiva curiosa sono le "latrine pubbliche per gli uomini", strappiene di gente... forse qualcuno pensa che siano i cessi pubblici, visto che non sono poi così interessanti nè belle nè fotogeniche... sono dei buchi su lastre di pietra che coprivano un rigagnolo d'acqua.
Interessanti invece le "case a terrazza", anche se per visitarle si paga un altro biglietto. Camminando su una passerella di vetro si ammirano alcune case signorili del periodo romano, ricche di mosaici, affreschi e marmi. Sono protette da una brutta costruzione moderna che stona un po' con le rovine tutt'in torno. La mia visita dura circa quattro ore, poi decido di tornare a Selçuk, sempre a piedi.

mercoledì 11 aprile 2012

Newsletter LonelyPlanet Aprile 2012









La Lonely Planet Italia ha scelto una mia foto per la copertina della Newsletter n°53 Aprile 2012
Non sono citato ma è ugualmente una soddisfazione.
La foto l'ho scattata nella medina di Marrakech a Gennaio 2011

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