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lunedì 28 giugno 2021

Immersione all'orto di Nemo

Il cielo è limpido in questa giornata di fine giugno, il mare calmissimo e il sole si riflette come in uno specchio, vado a far colazione al bar del campeggio dove ho passato la notte, caffè e cornetto al cioccolato. Sono a Savona a poche centinaia di metri dal ponte che la divide da Vado Ligure. Mi faccio una doccia, sistemo le mie cose, chiudo la tenda e poi con la macchina mi dirigo verso Noli, una quindicina di chilometri a ponente, dove ho appuntamento per un'immersione al Nemo's Garden alle 14, è presto ma voglio fare un giro per vedere un po' la costa e Capo Noli, percorrere per un po' l'Aurelia che si snoda tre le falesie a picco sul mare, in uno scenario aspro ma molto suggestivo e scenografico, e voglio anche vedere dove si trova il diving center per cercare un parcheggio il più vicino possibile.
La mattinata è davvero fantastica e nonostante sia lunedì, molte persone sono già in spiaggia. Una volta parcheggiato me ne vado in un chiosco con vista mare e faccio merenda con due pezzi di focaccia e una coca cola in completo relax, vado a fare un giro per il centro storico di Noli, un antico importante centro marinaro, dal 1192 per circa cinquecento anni la capitale della repubblica omonima, legata alla repubblica di Genova. Si avvicina l'ora dell'appuntamento, prendo il borsone dal baule della macchina e mi dirigo verso il diving che si trova all'interno del complesso dell'hotel Capo Noli, a pochi passi dall'acqua del mare. Arrivo un po' in anticipo ma trovo già la guida che mi accompagnerà nell'immersione.
Facciamo due chiacchiere, firmo qualche scartoffia, mi da una bombola, preparo l'attrezzatura. Una volta pronti ed indossata l'attrezzatura facciamo i pochi passi verso l'acqua con le pinne in mano, quando l'acqua mi arriva più o meno all'altezza dello stomaco ci infiliamo anche le pinne e comincia l'immersione. Non ci dirigiamo subito verso il Nemo's Garden (o orto di Nemo) ma più in profondità, per ammirare una gorgonia solitaria in mezzo alla sabbia e risalendo, alcuni bassi scogli che affiorano dalla sabbia. Potrebbero essere anche cose interessanti ma io fremo per vedere ciò per cui sono venuto fino a qui.
All'improvviso, mentre risaliamo seguendo la pendenza del fondo e la profondità piano piano diminuisce, si cominciano ad intravvedere le sagome delle cupole trasparenti ancorate al suolo con delle grandi catene e quello che sembra lo scheletro di un albero, l'impressione è quella di trovarmi al cospetto di una città futuristica di un qualche lontano pianeta o una fantomatica città sommersa venuta fuori da un racconto di fantascienza. Mentre ci avviciniamo l'emozione aumenta, il colpo d'occhio è impressionante.
L'orto di Nemo è un progetto sperimentale molto interessante e molto suggestivo, in poche parole si tratta di una serra per coltivazioni idroponiche, ovvero senza l'uso della terra, sotto la superficie del mare, composta da sette biosfere ancorate su un fondale tra i sette e nove metri, monitorate con sofisticate attrezzature da una sala controllo fuori dall'acqua che osserva temperature, umidità, ossigeno, anidride carbonica e altri fattori importanti per le piccole coltivazioni.
Le biosfere sono delle mezze sfere di robusto plexiglas trasparente di circa due metri di diametro e una capienza di duemila litri d'aria, fissate al suolo con delle grosse catene, vuotate dall'acqua dove, con diversi sistemi di supporto, si coltivano diversi tipi di piante, hanno cominciato con il basilico, la coltura più tipica della Liguria e ingrediente essenziale per il pesto, per poi coltivare fragole, lattuga, erbe aromatiche ed altre piante. La bassa profondità e la trasparenza delle biosfere garantiscono che i raggi del sole portino la luce sufficiente per la fotosintesi clorofilliana. La temperatura quasi stabile dell'acqua durante il giorno e l'escursione termica che si verifica all'interno tra la notte e il giorno, fanno si che l'acqua di mare all'interno, sul fondo della biosfera, evapori e si condensi sulla superficie interna della semisfera che scivolando si incanala e si raccoglie per poi, con l'aggiunta dei giusti nutrienti, va ad alimentare le piante che sviluppandosi in un ambiente tanto particolare, praticamente chiuso, crescono sane e velocemente senza l'ausilio di pesticidi o insetticidi.
L'idea geniale comincia a prendere forma nell'estate del 2012 con una piccolissima biosfera dove venne piantato del basilico e anno dopo anno le biosfere si ingrandirono e aumentarono fino alle odierne sette, grazie ai continui ed esaltanti successi. Il progetto è anche quasi del tutto eco sostenibile, gli impianti di controllo e monitoraggio sono alimentati da dei pannelli solari posti vicino alla spiaggia antistante.
Le sette biosfere, con l'albero in metallo, che riprende la forma dell'albero della vita dell'expo di Milano 2015, formano un'oasi nel fondale sabbioso dove brulica la vita marina e mentre flutuo e nuoto tra le strutture, mentre ammiro e scruto dentro le diverse biosfere, sono circondato da tantissimi pesci di diverse forme e colori e riesco anche a vedere due bellissimi cavallucci marini. Nella bombola ho ancora più della metà dell'aria ma dopo poco più di un ora arriva il momento di risalire ed uscire dall'acqua, nonostante l'immersione in pochi metri d'acqua, il tempo è volato e l'avventura è stata molto gratificante ed entusiasmante.
Avevo in programma solo l'immersione al Nemo's Garden ma il diving riesce ad organizzarmi un altra immersione, sempre da riva, dal lato opposto di quella precedente, tra gli scogli e il sabbione, quindi dopo una pausa al bar e qualche chiacchiera indosso di nuovo la muta e l'attrezzatura e sempre con le pinne in mano raggiungiamo la spiaggetta da dove inizia l'immersione. Il mare e la visibilità sono sempre ottimi e anche quest'immersione si rivela facile e molto interessante, anche questa a scarsa profondità e quindi abbastanza lunga, poco più di un ora.
Finita l'immersione mi dicono che il giorno seguente col gommone si va a fare un immersione nei fondali dell'isola Gallinara e decido di unirmi a loro, lavo la mia attrezzatura e la metto a sgocciolare per poi lasciarla li. Vado al bar a bere una birra poi con calma rientro al campeggio veramente soddisfatto della giornata.

gigipeis

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