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domenica 13 maggio 2012

Una mia foto su "Il Mappamondo"


Su "Il Mappamondo" #64 primavera/estate 2012 una mia foto scattata nel 2011 a Marrakech è stata usata come scatto rappresentativo del Marocco.
La stessa foto era stata usata sempre da Lonely planet Italia per la copertina della Newsletter telematica n° 53 Aprile 2012

sabato 5 maggio 2012

Una città sotterranea e il castello di Uchisar

Dopo la colazione vado nell'ufficio-reception a sistemare i conti dell'ostello e compro anche il biglietto notturno per andare a Istanbul, faccio due chiacchiere con la direttrice (o proprietaria? bho!) che mi spiega come andare a visitare la città sotterranea di Kaymakli, la più vicina a Goreme e mi consiglia di fermarmi al ritorno a Uchisar e visitare il famoso castello, mi assicura che farò in tempo a ritornare a Goreme per prendere il bus notturno per Istanbul. Quindi lascio i bagagli in custodia nell'ostello, gratuitamente, e mi avvio a prendere l'autobus per Nevsehir, da dove prenderò un altro bus che di passaggio mi lascerà a Kaymakli. Il paesaggio che si ammira strada facendo è vario e molto curioso. Pensavo di cambiare autobus all'Otogar di Nevsehir, dove ho passato diverso tempo la mattina prima di prendere l'autobus per Goreme, invece mi fanno scendere dentro la città, dove c'è solo una fermata, di fronte ad una banca e a delle botteghe e preparatori di Kepab. È ora di pranzo ormai e quindi me ne sparo volentieri uno mentre aspetto di andare al villaggio di Kaymakli.
Arrivo a Kaymakli, non so come mai ma attraverso subito la strada e prendo la giusta direzione per la città sotterranea. Dopo un po' mi guardo intorno e vedo alcuni turisti perplessi che mi seguono e mi chiedono se è la direzione giusta per la città sotterranea, a dire il vero non lo so, non ci sono mai stato prima, ma l'istinto mi dice di si, io proseguo verso una strada da dove escono dei bus turistici, gli altri entrano a chiedere in un negozio. Poche decine di metri dopo entro in una stradina stretta e fangosa e vedo autobus turistici parcheggiati e negozietti di souvenires, con decine di turisti che passeggiano nei dintorni, non mi sono certo sbagliato. Kaymakli è la città sotterranea meglio accessibile e quindi anche la più frequentata, ma non ho molto tempo né molti soldi a disposizione per raggiungere luoghi meno turistici. Faccio il biglietto e scendo verso l'entrata, entro. Una peculiarità della cappadocia, sono le antiche città sotterranee. Alcuni archeologi fanno risalire le parti più antiche di queste città all'epoca ittita. In tempo di pace gli abitanti di questa regione vivevano in superficie coltivando la terra, ma quando erano minacciati di invasione da parte di nemici, si rifugiavano nelle loro abitazioni troglodite dove potevano resistere in tutta sicurezza anche per 6 mesi. Kaymakli ospita nel sottosuolo una gigantesca città sotterranea articolata su otto livelli, dei quali si possono visitare i primi quattro, scavata probabilmente tra il VI e il X secolo. Le strade sono dei veri e propri cunicoli raggruppati intorno a dei camini di aerazione, avevano depositi per il grano, celle, stanze d'abitazione, cappelle, loculi per sepolture, che si affacciano su un labirinto di scale e stretti corridoi in pendenza e le entrate principali venivano chiuse da grosse pietre rotonde. Un posticino che potrebbe essere veramente inquietante e claustrofobico se non fosse per le decine e decine di persone che sbucano da ogni parte, ridono, scherzano, urlano e si fanno degli scherzi idioti. Finalmente esco, mi faccio un giro tra le bancarelle bagnate dalla pioggia, poi mi incammino verso la strada principale e aspetto un autobus per Nevsehir che passa pochissimi minuti dopo e mi lascia nello stesso posto dell'andata. Aspetto pochi minuti l'autobus per Goreme, e mi faccio lasciare lungo la strada nel villaggio di Uchisar, il castello è un alto affioramento di roccia vulcanica formata da due picchi triangolari e altri due più piccoli che sembrano due torri, visibile a chilometri di distanza, quindi mi incammino verso di quello, saranno si e no due chilometri. Anche il castello di Uchisar è una famosa attrattiva turistica, ma per fortuna ( a dire il vero non proprio) piove e i turisti sono “relativamente” pochi. Dalla cima si può ammirare una vista a 360 gradi sulla Cappadocia, un incredibile paesaggio. Faccio delle passeggiate anche nei dintorni, tra strade di fango, case rupestri e il villaggio, poi aspetto sotto un diluvio l'autobus per Goreme. In ostello per fortuna mi fanno fare una doccia calda, poi una controllatina veloce alle mail, mi riprendo lo zaino e mi avvio verso la piazza dove mangio qualcosina e salgo sul autobus che mi porterà a Istanbul, quindi guardo per l'ultima volta il paesaggio strampalato di Goreme e saluto la Cappadocia e l'Asia, domani sarò di nuovo in Europa.

venerdì 4 maggio 2012

Cappadocia - Göreme II


Qui a Gorome il paesaggio è veramente incantevole, non solo il villaggio con le abitazioni scavate nelle strambe formazioni rocciose, ma anche le varie vallate che la circondano. Comunque questa cittadina ospita un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO che non si può lasciar perdere, il museo a cielo aperto di Goreme, appunto. Quindi dopo colazione mi incammino verso il sito, che è poco fuori dalla zona abitata, ammirando il paesaggio che mi stupisce passo dopo passo. Arrivo all'ingresso, dove ci sono già diversi autobus che vomitano turisti casinisti e confusi e per un attimo sono tentato di lasciar perdere ed andare a farmi una camminata tra i vari sentieri che si perdono tra le vallate e i camini delle fate, ma la curiosità mi spinge ad entrare. Pago il biglietto, passo il tornello, evito un gruppo di bambini in gita scolastica e comincia a piovere, mi rifugio nel bar-negozio-di-souvenires-cesso-publico per qualche minuto, poi smette, almeno per un po', e finalmente riesco ad addentrarmi nelle prime grotte scavate. Questo luogo, in passato, era un importante insediamento religioso che accoglieva una comunità di monaci ed è un insieme di chiese, cappelle e monasteri di epoca bizantina, alcune grotte nascondono meravigliosi affreschi che mi lasciano di stucco. Peccato che dentro non si possano far foto e mi tocca rubare qualche scatto di nascosto e frettolosamente. Merita sicuramente la visita, nonostante le troppe comitive di turisti e la pioggia che ogni tanto cade. Per visitare la chiesa più bella si paga un biglietto extra, questo mi fa un po' piacere perchè molti turisti sono scoraggiati e quindi si può visitare con più calma e meno gente attorno. Prima di uscire mi devo riparare da un acquazzone nel bar-negozio-di-souvenires-cesso-publico. Nonostante la pioggia e il fatto di non essere attrezzato a trekking sotto l'acqua, mi incammino per sentieri che si perdono tra le bizzarre forme rocciose scavate dal tempo e dal vento. Paesaggi da fiabe, altre grotte affrescate, abbandonate e deserte, l'incontro con una tartaruga, pioggia, sole, viste panoramiche, cavalli al pascolo, l'incontro con un venditore di paccottiglia e di spremute d'arancia che me ne prepara una sotto la pioggia, mentre la moglie si ripara in macchina, camini delle fate,
il sentiero che diventa un fiume di fango, bestemmie, formazioni rocciose di forma fallica, poi asfalto, la cittadina, un gelato, l'ostello, una doccia calda, la cena, il pc, skype. Buonanotte.

giovedì 3 maggio 2012

A Göreme

Alle sei del mattino, dopo la notte quasi insonne passata in autobus, arrivo al otogar di Nevsehir, meno di un ora da Goreme, la mia meta. L'autobus doveva essere diretto, invece mi dicono di scendere per cambiare mezzo.
Mi dicono di aspettare una ventina di minuti dentro l'otogar, che mi avviseranno loro. Ne approfitto per andare in bagno e darmi una rinfrescata veloce. Il bar è ancora chiuso. I venti minuti passano, e poi ne passano ancora venti e ancora venti. Alla fine io mi sento apatico ed un po' rincoglionito mentre una coppia di altri turisti che era nella mia stessa condizione comincia ad incazzarsi ed ad urlare. Poco dopo le otto arriva l'autobus e in meno di un ora sono a Goreme.
Mi metto alla ricerca di un posto per dormire, gli alloggi economici consigliati dalla Lonely Planet si rivelano molto più cari del previsto e passo tanto tempo a gironzolare e chiedere di qua e di la... comincio ad essere nervoso ed il rincoglionimento si trasforma in intolleranza. Ad un certo punto mi ricordo che un tipo all'otogar di Nevsehir mi ha dato il bigliettino di un ostello, lo cerco nelle varie tasche e taschine e lo trovo, per fortuna non l'ho buttato, vado li... ho deciso. Il posto sembra carino ed è anche economico, solo che è presto per poter andare in camerata, il check-out è tra qualche ora e devono pulire e rifare i letti. Devo aspettare ancora... che palle. Mi riposo un po' su un divano e controllo la mail ma poi decido di andare a fare un giro per Goreme nonostante la stanchezza irritante.

Goreme si trova nel centro della Cappadocia, la regione storica dell'Anatolia, nella Turchia centrale e si caratterizza per una formazione geologica unica al mondo e per il suo patrimonio storico e culturale. Per migliaia di anni la regione è stata luogo di insediamenti umani. Vi fiorirono alcune antiche civiltà, come gli Ittiti e altre provenienti dall'Europa e dell'Asia Minore. La posizione geografica ne ha fatto per secoli un crocevia di rotte commerciali, oltre che l'oggetto di ripetute invasioni. La formazione geologica ha subito l'erosione per milioni di anni ed ha acquisito forme insolite, ha anche consentito all'uomo di scavare le sue abitazioni ricavandole dalla roccia, dando vita a insediamenti rupestri. I suoi paesaggi sono pieni di cavità e grotte, sia naturali che artificiali, e molte continuano ad essere abitate ancora oggi. Dopo qualche ora rientro in ostello, il letto è pronto. Mi sistemo e non mi sembra vero che posso svenire tranquillo per tutto il pomeriggio.

mercoledì 2 maggio 2012

Qualche ora ad Antalya

Dopo tre ore di minibus, con il mare, spesso a strapiombo, a destra e, in lontananza, montagne innevate a sinistra, arrivo a Antalya, grande città turistica sul mediterraneo. Ho a disposizione solo qualche ora, perchè nella notte viaggerò verso la Cappadocia. Dal grande Otogar (stazione degli autobus) raggiungo Kaleiçi (il centro storico) con la AntRay, un nuovo e moderno sistema tramviario che assomiglia ad una linea metropolitana all'aperto. Lungo la via che dalla stazione del Ant Ray porta al Kaleiçi c'è una bella mostra fotografica all'aperto, con foto di vari fotoreporter famosi (un esempio su tutti Steve McCurry). Il quartiere storico è assediato dai turisti. Mi bevo una fresca spremuta d'arancia. Do uno sguardo veloce alle varie attrattive principali: il simbolo di Antalya, un minareto scanalato molto caratteristico, entro nella moschea adiacente, un occhiata distratta alla torre dell'orologio, altro simbolo della città, un giro nella piazza dove c'è la statua di Ataturk.
Scendo le ripide stradine acciotolate fino al porto turistico e mi faccio convincere a fare un giro in barca di una quarantina di minuti per vedere cascate, torri, grotte e altre cose vagamente interessanti nei dintorni del porto. Continuo con una passeggiata tra le strette stradine chiuse tra vecchie case ottomane ristrutturate e diventate negozi di cianfrusaglie per turisti. Ritorno al Otagar col moderno tram, ceno in un ristorantino all'interno, e poco dopo le nove parte l'autobus notturno diretto a Goreme. Dopo una giornata veloce ed a ritmo serrato, ritrovarmi seduto ad aspettare che passi la notte mi disorienta e mi sento perplesso e un po' confuso.

martedì 1 maggio 2012

Myra

Colazione con olive, formaggio tipico, forse un po' troppo salato, pomodori, cetrioli, una fettina di qualcosa che ricorda la mortadella, pane e tre piccole tazze di te. Mentre mangio decido di fare un escursione ad un sito archeologico poco lontano da Kas, che a dire il vero era già nei miei piani. Me la prendo comoda e verso mezzogiorno vado a cercare l'autobus. A un oretta di minibus da Kas si trova la cittadina di Demre, punto di partenza per raggiungere le rovine dell'antica città Licia di Myra. Mi faccio più di due chilometri, a piedi sotto il sole a picco, che separano la piccola stazione degli autobus al sito archeologico, pago il biglietto ed entro. La necropoli conserva le facciate delle tombe scavate nella roccia a strapiombo e si possono guardare solo da lontano mentre si può scorazzare tranquillamente nel teatro romano ben conservato.
Mentre ritorno a Demre a piedi mi sento chiamare, mi guardo intorno e da una vecchia macchina scende Massimo che mi fa cenno di salire, in macchina c'è anche la ragazza, guida un ceffo molto allegro che non parla una parola di nessuna lingua a noi conosciuta ma solo turco, praticamente si erano persi e sono andati a casa del tipo a chiedere informazioni, ma alla fine li ha accompagnati alla stazione di Demre. Pochi minuti dopo saliamo sull'autobus per ritornare a Kas.

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