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sabato 3 agosto 2019

Immersione al Relitto Pelagosa, Genova

Alle 5:15 mi metto in viaggio verso Genova, verso le 8:00 esco dal casello di Nervi e in poco più di 10 minuti arrivo alla fiera di Genova, famosa per il salone nautico che si svolge ogni anno in settembre. Parcheggio davanti al padiglione blu a pochi metri dal Libeccio Tek Diving. Verso le 10 salpiamo con il grosso gommone e ci dirigiamo verso levante, pochi minuti di navigazione e ci fermiamo a circa 1,5 miglia da terra, tra Sturla e Quarto. Per l'immersione siamo quattro sub, mentre il proprietario, la moglie ed un amico restano in gommone. Io vado giù con un tipo che mi sembra di aver già visto da qualche parte e l'altra coppia sono marito e moglie di Modena, andiamo giù senza guida. Il cielo è pulito ed il mare calmo, in superficie c'è una buona visibilità che dopo i 20 metri purtroppo peggiora ma rimane comunque accettabile.
Il Pelagosa era una nave da guerra posamine italiana della seconda guerra mondiale, un unità dedicata alla posa di torpedini sottomarine, soprattutto per creare sbarramenti sotto costa contro l'intrusione di sottomarini nemici. Fu varato nel 1927 nei cantieri di Castellamare di Stabia (NA), era lungo quasi 70 metri e largo 10, aveva due motori diesel da 700 cavalli l'uno, poteva raggiungere i 10 nodi ed aveva un equipaggio di 71 uomini. Era dotato anche di un cannone e due mitragliatrici.
Fu la prima nave italiana fatta colare a picco dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 dall'ex alleato tedesco. L'armistizio la sorprese nel porto di Genova. La mattina del 9 settembre per evitare la cattura da parte dei tedeschi che stavano occupando la città, il Pelagosa molla gli ormeggi e si dirige verso il porto di Livorno non ancora occupato. I tedeschi nella notte avevano occupato le batterie e i bunker sulle alture di Nervi e quando videro la nave aprirono il fuoco senza nessun avviso, centrando la nave e affondandola.
Il relitto è molto rovinato, ci sono lamiere e rottami sparsi sulla sabbia e la caratteristica particolare è che il troncone principale si trova capovolto, con la chiglia che guarda il cielo, posato su un fondo fangoso a circa 38 metri dalla superficie. Scendiamo seguendo il cavo del pedagno che ci porta a poppa dove si vedono bene la grossa pala del timone e i due reggi alberi delle eliche che non ci sono più. proseguendo verso prora, sul lato di dritta, tra i confusi rottami, spunta una torretta. Il tipo che è sceso con me, come da accordi presi in precedenza, penetra all'interno del relitto mentre io proseguo l'esplorazione esterna fino alla prua ed affacciandomi all'interno in alcune spaccature.
La prua è staccata dal troncone principale ed è molto mal ridotta, su uno spuntone ci sono uova di calamaro. Ci ritroviamo a poppa e cominciamo la risalita insieme dopo poco meno di 20 minuti di fondo con una miscela EAN 30% e una durata totale di 30 minuti senza accumulare minuti di deco. Ad un certo punto, mentre risaliamo, intorno a noi gira un banco di tonnetti e quando riemergiamo, poco distante dal gommone vediamo dei delfini. Una volta a bordo il gommone fa i capricci e non parte ma ci lavorano su e con un po' di fortuna riescono ad accenderlo. Con la stessa bombola, rientrati al molo e aspettato altri subacquei ci rimettiamo in mare e faccio un altra immersione sul lato esterno, in un angolo della diga foranea, del porto di Genova dove c'è il relitto di una chiatta usata per il trasporto dei massi per la costruzione della diga. Immersione facile e divertente. Verso le 15:30 mi rimetto in macchina ed arrivo a casa verso le 19:00.

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