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martedì 13 settembre 2022

Il relitto di Caprera

Ed eccomi qua, sono sul traghetto che da La Maddalena mi sta portando a Palau, in Sardegna. Sono arrivato sulla piccola isola due giorni fa spinto dalla voglia di rivedere dopo diversi anni, i resti della nave arenata in quella che ha preso il nome di Spiaggia del Relitto sull'isola di Caprera e fargli qualche foto subacquea e aerea con il drone.

Caprera e La Maddalena sono due isole collegate da un ponte costruito nel 1958 lungo seicento metri. Sono partito sabato mattina dal porto di Livorno su un traghetto della Grimaldi lines, la Cruise Sardegna, lunga 225 metri, larga 30, con una stazza lorda di 55000 tonnellate che può ospitare 2850 passeggeri e raggiungere i 28 nodi, poco più dei 50 chilometri orari. Nonostante il viaggio diurno ho preferito prendere una cabina. Dopo circa una decina di ore, sbarco ad Olbia, soffia il maestrale, e dopo esser passato in un centro commerciale fuori dalla città per cenare, mi dirigo verso Porto Taverna e a pochi passi dalla spiaggia parcheggio la macchina, libero il vano portabagagli, abbasso i sedili posteriori, gonfio il materassino e mi preparo per la notte. Una passeggiata sulla sabbia al buio, una birra guardando l'isola di Tavolara davanti a me e poi vado a dormire in macchina col suono del vento e delle onde. 

La domenica mattina parto prima delle sette verso Porto San Paolo e con un diving center contattato il giorno prima, raggiungiamo Tavolara per fare una bella immersione, il viaggio di ritorno verso il porticciolo è molto ballerino, il vento è aumentato e le onde sono altissime. Mi dirigo verso nord, direzione Palau e poi La Maddalena ma mi fermo in mezzo alla campagna, nei pressi di Arzachena per visitare il piccolo sito archeologico di Coddu Vecchiu, una “Tomba dei Giganti” molto affascinante.

Arrivato al porto di Palau metto subito la macchina in fila e poi vado a fare il biglietto, dopo pochi minuti sono sul traghetto, la “Isola Santo Stefano” che in quindici minuti di navigazione attracca a La Maddalena. La nave è lunga 73 metri e larga 15, ha una stazza lorda di 1313 tonnellate, può trasportare 389 passeggeri e 90 automobili e raggiungere 11 nodi, 20 chilometri orari. Mi avvio subito verso il campeggio poco fuori dalla cittadina, sbrigo le formalità, apro la mia vecchia tenda del decathlon, gonfio il materassino, sistemo tavolino e sgabello e poi vado subito a Caprera, alla Spiaggia del Relitto.

Domenica pomeriggio di settembre, la gente è tanta ed anche il vento ma la spiaggia è abbastanza riparata e il mare è calmo, faccio una passeggiata per decidere dove sistemarmi, butto a terra il telo e lo zaino, indosso maschera e boccaglio, macchina fotografica in mano e mi butto in una meravigliosa acqua trasparente dove rimango fino al tramonto, quando la gente comincia piano piano a diminuire e il luogo diventa ancora più affascinante, magico. Dopo la notte passata magnificamente in tenda, la mattina presto del lunedì ritorno alla spiaggia, non c'è nessuno, è molto presto, la luce è radente, faccio volare il drone per fare qualche foto e qualche filmato, la piccola baia è fantastica, il relitto è li che sembra aspettare me e mi regala un senso di pace ed armonia. Finito con le riprese aeree, non c'è ancora nessuno, maschera e boccaglio, macchina fotografica e mi butto in questo meraviglioso acquario intorno al relitto per fare altre foto tra pesci e rottami. Ormai del relitto non rimane molto, i pochi resti di legno e ferro arrugginito che sprofondano in pochi centimetri d'acqua e che affiorano dalla bianca sabbia di Cala Andreani sono tutto ciò che resiste del Motoveliero Trebbo. Partito da Savona direzione Cagliari con un carico di circa 500 tonnellate di carbone.

Il 22 giugno 1955, al largo dell'isola di Caprera, nella sala macchine scoppiò un violento ed improvviso incendio, probabilmente innescato dai gas prodotti dal carbone della stiva, separata dal locale macchine solo da una leggera paratia in legno e lamiera. Venne subito soccorso da una nave incrociata poco prima, il motoveliero Sacro Cuore di Gesù, l'avanzata rapida delle fiamme e l'impossibilità di sedare l'incendio, costrinsero l'equipaggio ad abbandonare la nave e salire sull'imbarcazione soccorritrice. Il Trebbo fu lasciato in mare mentre la Sacro Cuore di Gesù si avvicinò a terra, a Capo Ferro, per poter chiamare i soccorsi e far sbarcare i naufraghi. Il Motoveliero in fiamme fu raggiunto da un rimorchiatore, il Panaria, e da una motobarca pompa della Marina Militare, poco dopo affiancati dal peschereccio SS Trinità partito da Capo Ferro con a bordo il capitano e altri due marinai del Trebbo per aiutare nelle operazioni ma non riuscirono a spegnere l'incendio in mare, né a trainarlo verso un porto sicuro e solo con l'aiuto di un altro rimorchiatore arrivato in seguito, l'Albenga, per evitare l'affondamento e la perdita della nave e del carico, lo trainarono in una piccola insenatura vicino a Punta Rossa, nell'isola di Caprera, facendolo arenare con la prua a terra e allagandolo completamente per estinguere finalmente il fuoco.

Naturalmente non si salvò né la nave né il carico e i resti del Motoveliero Trebbo fanno ormai parte del magnifico panorama di questa cala, almeno finché il tempo ed il mare non lo distruggeranno completamente. Non so quanto tempo passo in acqua ma quando esco la spiaggia è già assediata da diverse persone, mi asciugo, guardo un po' le foto, poi vado al bar a mangiare un panino e bere una birra e dopo mi dirigo a piedi verso le vecchie strutture militari abbandonate di

Punta Rossa, una bella escursione tra edifici, tunnel e capannoni abbandonati fino ad arrivare alla punta più a sud dell'isola tra vento, polvere e paesaggi pazzeschi.

gigipeis

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