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domenica 3 febbraio 2008

*Isola di Chiloè

La mattina lascio la pensione dove alloggio e porto lo zaino in un deposito bagagli al terminal degli autobus, dove poco dopo prendo un bus per andare sull’ isola di Chiloe, circa due ore di autobus e un ora di traghetto a sud di Puerto Montt. Scendo nella città d’Ancud, al nord dell’isola. L’ isla grande de Chiloe è, per grandezza, la seconda isola del Sud America. Il territorio è in gran parte coperto da boschi. Gli antichi cronisti raccontano che gli indigeni isolani, quando arrivarono gli spagnoli, avevano un certo grado di cultura e di civilizzazione, erano uomini sani, robusti, ospitali e sobri. Alcuni gruppi d’indigeni, rimangono ancora sull'isola, dove si dedicano alla pesca, all'agricoltura, alla tessitura e ai lavori di oreficeria in argento. Durante la guerra d’indipendenza Chiloe era un baluardo della corona spagnola, ma dopo 10 anni di debole resistenza dovette cedere alla Repubblica. Qui molta gente confida ancora su antichi miti locali come in quello del Trauco, gnomo rugoso vestito di muschi e licheni. Lui s’incolpa se una donna aspetta un figlio di padre anonimo. Su questo lembo d’America latina in mezzo al mare, si pratica ancora una tradizione originale: la Minga. È il trasferimento della dimora di legno tutta intera, da un luogo ad un altro, con l’aiuto di molti gioghi di buoi. Dopo aver visitato il museo cittadino, fatto un giro per il lungomare e la piazza principale e pranzato nel tipico mercato, ritorno a piedi al terminal degli autobus per ritornare a Puerto Montt, dove compro il biglietto per andare a Santiago, distante solo 12 ore…

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