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lunedì 11 maggio 2009

# Cabo Frio

Davanti al “Botafogo Shopping Center”, un centro commerciale vicino all’ostello, salgo sull’ autobus urbano 126, che attraversa il tunnel Santa barbara, il centro e la zona della stazione “Central”, passando sotto la favela di Providencia, la prima favela di Rio, e arrivo al terminal rodoviario “Novo Rio” per prendere l’autobus per andare a Cabo Frio, cittadina molto visitata i fine settimana dai carioca a due ore e mezzo d’autobus verso est, dove le montagne retrocedono e lasciano spazio a laghi, lagune e lunghe spiagge, sulla Costa do Sol. La cittadina è anche un polo di estrazione del sale e prima di arrivare non si può fare a meno di vedere le saline. L’ autobus mi lascia al terminal rodoviario, un po’ centralizzato e lontano dal mare.Raggiungo Praia do forte a piedi, meno di due chilometri, una lunga spiaggia di sabbia bianca con alcune dune e alte onde con bravi surfisti che le cavalcano, poca gente, due venditori ambulanti di gelati e Açai. All’estremità sinistra della spiaggia c’è il Forte São Matheus, costruito dai portoghesi tra il 1616 e il 1620 con l'obiettivo di difendere la costa dai francesi, inglesi e olandesi interessati alle enormi quantità di Pau-Brasil che si trovavano nella regione. I cannoni utilizzati in molte battaglie, sono ancora rivolti verso il mare, come se fossero pronti a difendere la città da attacchi futuri. Le stanze dei soldati oggi sono vuote, ma spesso ospitano mostre o artigiani con i loro lavori.Il Forte offre una bella e completa vista di tutta la spiaggia fino ad Arraial do Cabo. Sul lato opposto, si può vedere l'Isola dei giapponesi, luogo poco esplorato, con le barche colorate dei pescatori sul mare. Purtroppo ho dimenticato la macchina fotografica in ostello e ho portato con me solo la videocamera, così filmo qualche surf sulle onde. Dopo la visita al forte, una passeggiata fino ad arrivare alle dune, un gelato di açai preconfezionato e qualche pagina del libro che mi son portato dietro, mi incammino verso il terminal rodoviario dove aspetto un po’ l’autobus per rientrare a Rio.

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