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sabato 5 maggio 2012

Una città sotterranea e il castello di Uchisar

Dopo la colazione vado nell'ufficio-reception a sistemare i conti dell'ostello e compro anche il biglietto notturno per andare a Istanbul, faccio due chiacchiere con la direttrice (o proprietaria? bho!) che mi spiega come andare a visitare la città sotterranea di Kaymakli, la più vicina a Goreme e mi consiglia di fermarmi al ritorno a Uchisar e visitare il famoso castello, mi assicura che farò in tempo a ritornare a Goreme per prendere il bus notturno per Istanbul. Quindi lascio i bagagli in custodia nell'ostello, gratuitamente, e mi avvio a prendere l'autobus per Nevsehir, da dove prenderò un altro bus che di passaggio mi lascerà a Kaymakli. Il paesaggio che si ammira strada facendo è vario e molto curioso. Pensavo di cambiare autobus all'Otogar di Nevsehir, dove ho passato diverso tempo la mattina prima di prendere l'autobus per Goreme, invece mi fanno scendere dentro la città, dove c'è solo una fermata, di fronte ad una banca e a delle botteghe e preparatori di Kepab. È ora di pranzo ormai e quindi me ne sparo volentieri uno mentre aspetto di andare al villaggio di Kaymakli.
Arrivo a Kaymakli, non so come mai ma attraverso subito la strada e prendo la giusta direzione per la città sotterranea. Dopo un po' mi guardo intorno e vedo alcuni turisti perplessi che mi seguono e mi chiedono se è la direzione giusta per la città sotterranea, a dire il vero non lo so, non ci sono mai stato prima, ma l'istinto mi dice di si, io proseguo verso una strada da dove escono dei bus turistici, gli altri entrano a chiedere in un negozio. Poche decine di metri dopo entro in una stradina stretta e fangosa e vedo autobus turistici parcheggiati e negozietti di souvenires, con decine di turisti che passeggiano nei dintorni, non mi sono certo sbagliato. Kaymakli è la città sotterranea meglio accessibile e quindi anche la più frequentata, ma non ho molto tempo né molti soldi a disposizione per raggiungere luoghi meno turistici. Faccio il biglietto e scendo verso l'entrata, entro. Una peculiarità della cappadocia, sono le antiche città sotterranee. Alcuni archeologi fanno risalire le parti più antiche di queste città all'epoca ittita. In tempo di pace gli abitanti di questa regione vivevano in superficie coltivando la terra, ma quando erano minacciati di invasione da parte di nemici, si rifugiavano nelle loro abitazioni troglodite dove potevano resistere in tutta sicurezza anche per 6 mesi. Kaymakli ospita nel sottosuolo una gigantesca città sotterranea articolata su otto livelli, dei quali si possono visitare i primi quattro, scavata probabilmente tra il VI e il X secolo. Le strade sono dei veri e propri cunicoli raggruppati intorno a dei camini di aerazione, avevano depositi per il grano, celle, stanze d'abitazione, cappelle, loculi per sepolture, che si affacciano su un labirinto di scale e stretti corridoi in pendenza e le entrate principali venivano chiuse da grosse pietre rotonde. Un posticino che potrebbe essere veramente inquietante e claustrofobico se non fosse per le decine e decine di persone che sbucano da ogni parte, ridono, scherzano, urlano e si fanno degli scherzi idioti. Finalmente esco, mi faccio un giro tra le bancarelle bagnate dalla pioggia, poi mi incammino verso la strada principale e aspetto un autobus per Nevsehir che passa pochissimi minuti dopo e mi lascia nello stesso posto dell'andata. Aspetto pochi minuti l'autobus per Goreme, e mi faccio lasciare lungo la strada nel villaggio di Uchisar, il castello è un alto affioramento di roccia vulcanica formata da due picchi triangolari e altri due più piccoli che sembrano due torri, visibile a chilometri di distanza, quindi mi incammino verso di quello, saranno si e no due chilometri. Anche il castello di Uchisar è una famosa attrattiva turistica, ma per fortuna ( a dire il vero non proprio) piove e i turisti sono “relativamente” pochi. Dalla cima si può ammirare una vista a 360 gradi sulla Cappadocia, un incredibile paesaggio. Faccio delle passeggiate anche nei dintorni, tra strade di fango, case rupestri e il villaggio, poi aspetto sotto un diluvio l'autobus per Goreme. In ostello per fortuna mi fanno fare una doccia calda, poi una controllatina veloce alle mail, mi riprendo lo zaino e mi avvio verso la piazza dove mangio qualcosina e salgo sul autobus che mi porterà a Istanbul, quindi guardo per l'ultima volta il paesaggio strampalato di Goreme e saluto la Cappadocia e l'Asia, domani sarò di nuovo in Europa.

gigipeis

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