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domenica 26 maggio 2019

Immersione alla Nave oneraria Romana di Albenga

Partenza alle 5 da casa, tre ore e mezza di viaggio e arrivo al porto Alassio, dove trovo la Sealight, una bella barca con tutti i confort, del Mola Mola Diving.
Il capitano, proprietario della barca resterà a bordo, Alberto Balbi, un fotografo che nel 2015 mi ha premiato con una menzione speciale al concorso "Furio Benigni" di Genova, ci farà da guida subacquea. Oltre me ci sono solo altri due sub. Il mare è calmo, non c'è vento e il sole è leggermente coperto Nel 1925 un pescatore recuperò 3 anfore e la notizia fece incuriosire delle personalità dell'archeologia che organizzarono ricerche e quindi delle campagne. Nel 1950 ci fu il primo recupero con la famosa nave "Artiglio" ed i suoi palombari. .
Recuperarono tante anfore, alcune anche sigillate con all'interno del vino. La campagna fu presieduta dal famoso archeologo Giovanni Lamboglia dando via al primo "scavo" subacqueo e quindi all'archeologia subacquea. Negli anni si sono svolti diversi scavi e ricerche, i risultati più importanti furono svolti tra il 1970 e 71 e si capì che il relitto si trova ancora sotto la sabbia e si stima trasportasse circa diecimila anfore, probabilmente la rotta era dal sud Italia al sud della Francia.
Ogni anfora piena pesava circa 45 chilogrammi, quindi la nave aveva una portata di 450 tonnellate e al momento sembra sia il relitto di una nave oneraria Romana più grande ritrovato. Tra i vari oggetti rinvenuti tra le anfore ci sono i frammenti di due elmi in bronzo, un corno in piombo, vasellame e piccoli strumenti non identificati. La nave è stata datata al primo secolo avanti Cristo. L'immersione tra i resti delle anfore è molto suggestiva, praticamente un immersione quadra a poco più di 40 metri su un letto di sabbia, tempo di fondo 15 minuti, le anfore sono tantissime e nei buchi nascondono murene, gronghi, scorfani, ricoperte di spugne e incrostazioni, intorno nudibranchi, castagnole e altri piccoli pesci. Alcune anfore sono state ammucchiate fuori dal relitto dagli studiosi e coperte con dei teli di plastica che con le mareggiate si stanno spostando e lasciano vedere gli accumuli di anfore. Ci sono anche alcuni cavi del reticolo di studio e dei corpi morti dove probabilmente si ancorò l'Artiglio per i suoi recuperi. Accumuliamo qualche minuto di deco e l'immersione in totale dura 32 minuti, profondità massima 40 metri, temperatura dell'acqua sul fondo 16 gradi.
Una volta a Bordo ci aspetta della focaccia, della pizza e delle bibite, poi ci dirigiamo verso l'isola della Gallinara dove faremo la seconda immersione. L'isola è privata e non si può visitare, durante la seconda guerra mondiale fu occupata dai tedeschi che ci scavarono due tunnel che si incrociano, dove tenevano e trasportavano tra le varie parti dell'isola, munizioni e armi che buttarono a mare quando furono sconfitti, le sue coste sono state bonificate non tanti anni fa, anche se non del tutto.
L'immersione è molto gradevole, buona visibilità e tanta vita sottomarina con la caratteristica che ad un certo punto si trova un carrello dei tunnel tedeschi rovesciato. Anche questa volta, quando risaliamo, ci aspetta un piccolo rinfresco e poi si naviga verso il porto di Alassio. Rientrato in porto e sistemato tutto mi dirigo verso un hotel prenotato su internet, dopo un piccolo riposino vado a visitare Alassio e cenare con una pizza sul lungomare.
La mattina seguente, domenica, dopo colazione vado ad Albenga per visitare il museo dedicato alla nave Romana che espone gli importanti reperti recuperati dal relitto ed un centinaio di anfore disposte come lo erano originariamente sulla loro nave, in un’apposita rastrelliera in legno che ne riproduce il “ventre”. Faccio una passeggiata anche per il centro storico di Albenga che trovo molto interessante e dopo una focaccia e una bibita mi rimetto in macchina e dopo quattro ore abbondanti sono a casa.

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