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sabato 9 luglio 2022

Un relitto nel mare di Cecina

Un altra levataccia per andare ad esplorare un vecchio relitto nel mare della Toscana partendo dalla marina di Cecina, in provincia di Livorno. Sveglia alle 4:30 e alle 4:50 ho già caricato l'attrezzatura in macchina e parto, il viaggio va abbastanza bene e in tre ore sono davanti al diving, l'appuntamento era alle 8:30 ma alle 8:00 ci siamo già quasi tutti, mancano solo due persone che arrivano puntuali alle 8:30. Il diving è poco lontano dal porto, carichiamo le bombole su un ape e noi ci dirigiamo a piedi, scarichiamo le bombole e poi le ricarichiamo sul gommone, dopo circa dieci minuti di navigazione siamo sul sito e si butta l'ancora. Questa giornata di luglio è stupenda, non ci sono nuvole in cielo, il mare è una tavola blu, l'acqua sembra trasparente e mi sento un sorriso da Jocker stampato in faccia che non riesco a scacciar via. La motonave Melania era un piccolo cargo di quasi cinquecento tonnellate di stazza che trasportava merci e liquidi tra Livorno e le isole dell'arcipelago toscano, era lunga cinquantatré metri, larga poco meno di nove e poteva raggiungere una velocità di 9,5 nodi. Era stata costruita nel 1938 in Olanda con un motore diesel fabbricato in Germania e varata col nome MV Marali dalla compagnia Porn M di Londra, nel 1939 fu venduta ad un altra compagnia inglese di Liverpool che la ribattezzo MV Suffolk Coast, con questo nome dopo dodici anni passò ad una compagnia di Newcastle upon Tyne fino al 1963, quando venne venduta ad una società italiana, di Savona, che le cambiò nuovamente nome in MV Melania.
Il 9 febbraio 1970 il vento e le onde di un forte temporale spostarono il carico e la nave cominciò ad imbarcare acqua, lanciato sos, un rimorchiatore corse in soccorso e cercò di trainarla verso il porto di Livorno ma il mare agitato non lo permise allora cerco di portarla verso un basso fondale per farla arenare ma il cavo si spezzò e la nave senza controllo si inabissò quasi completamente ma una parte rimase fuori dall'acqua per diverso tempo creando un potenziale pericolo e disagi alla navigazione, successivamente per evitare questi problemi il relitto fu minato e fatto esplodere per affondarlo definitivamente. La MV Melania ora si trova su un fondale di dodici metri nella zona delle secche di Vada, diviso in tre tronconi, la prua poggiata sul fianco sinistro che arriva fino ai cinque metri e si vede benissimo dalla superficie, il pezzo centrale molto danneggiato ma in assetto di navigazione, che non so il perché mi ricorda lo scheletro di una balena, e la poppa, capovolta e inclinata leggermente sul lato sinistro dove ci si può affacciare e vedere i vari rottami che stanno all'interno, circondata da una selva di posidonia oceanica. L'acqua è limpidissima, e come già detto, il relitto si vede dalla superficie, l'immersione è molto piacevole, semplice e rilassante, la temperatura dell'acqua non scende oltre i 21 gradi e la muta umida è sufficiente per stare caldo. Ho come l'impressione che un pianoforte accompagni il mio respiro con musica classica mentre vago tra le lamiere e i vari pertugi ma sono troppo vicino alla superficie perché sia narcosi d'azoto, è solo suggestione.
Dopo quasi un ora riemergiamo e risaliamo sul gommone, ci dirigiamo al porto, scarichiamo le bombole dalla barca e le carichiamo sull'ape. Al diving smonto e lavo tutto, lascio sgocciolare poi, sistemata l'attrezzatura nel borsone, saluto i simpaticissimi proprietari del diving, padre e figlia, e mi dirigo al campeggio vicinissimo, sulla stessa strada, dove mi fermo per il pomeriggio e la notte. Parcheggiata la macchina e montata la tenda vado al ristorante del campeggio e mi mangio un ottimo primo di pesce e una frittura mista accompagnati con una bella icnusa non filtrata fresca. Sensazione di vacanza estiva, anche se è solo per un giorno, che lascia i problemi della quotidianità dietro le spalle e aggiungo un altro relitto sul mio log book, sul mio diario di bordo.

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