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martedì 25 marzo 2008

*Immersioni, snorkeling e squali



L’isola di Floreana si trova due ore di motoscafo a sud di Puerto Ayora, è una delle quattro isole dell’arcipelago abitata stabilmente con una popolazione di circa settanta coloni.
In totale l’escursione comprende una ventina di persone divise in due motoscafi, io e due americani siamo gli unici che fanno immersioni, gli altri faranno snorkeling e visiteranno la parte alta dell’isola.

A circa un’ora e un quarto da Puerto Ayora avvistiamo dei delfini e così ci fermiamo e buttiamo a mare con maschera, boccaglio e pinne. È bellissimo nuotare così vicino ai delfini, che sono grandissimi e il loro verso è fortissimo. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere in mezzo all’oceano, non si vede terra, né un piccolo scoglio, tanto meno il fondo del mare, a esser sincero la situazione mi inquieta un po’. Un delfino si mette a giocare con me, io cerco di seguirlo e lui gira in tondo andando sempre più giù, fino a che io devo riprendere a respirare e quindi risalgo in superficie.
Poco dopo vedo un altro animale, veloce come un siluro che passa tra me e un gruppo di delfini, è un otaria, che si avvicina tanto da toccarmi le pinne e poi guardarmi negli occhi. Risaliamo tutti in barca e poi continuiamo verso Floreana. Vicino al sito per la prima immersione fanno prima scendere a mare gli altri turisti, che faranno snorkeling in una piccola baia, poi con il motoscafo io e gli altri due, accompagnati dal Dive Master, raggiungiamo il posto dove ci prepariamo e immergiamo, la piccolissima isola Champion. La visibilità non è buonissima, ci sono forti correnti, e i coralli sono pochi ma spettacolari. Ci sono tantissimi pesci, non colorati come ai Caraibi ma sono davvero tantissimi, una grande tartaruga nuota di fianco a noi e ci guarda indifferente, senza scappare via. Un’altra otaria sfreccia veloce vicino a noi, finché non si nasconde sotto una roccia e ci guarda, noi guardiamo lei, vicinissimi, forse la spaventiamo o forse è curiosa quanto noi, finché ha bisogno d’aria, rapidissima si fa spazio tra noi e salta fuori dall’acqua. Ma un brivido di soddisfazione mi corre lungo la schiena quando avvisto i primi due squali, sono squali dalle pinne bianche, non più grandi di un metro e mezzo, ma la maschera li fa sembrare più grandi e la loro siluette è tipica dello squalo che si vede nei film e nei documentari. Bellissimi ed elegantissimi. Durante l’immersione si vedono anche mante, murene, pesci palla, pesci farfalla e così via. Risaliti in superficie, mentre aspettiamo la barca, un gruppo di otarie ci circonda e si mette a nuotare e giocare con noi, è emozionante, non hanno paura, si avvicinano e si fermano a guardarci negli occhi, sembra quasi che vogliano prenderci in giro, si avvicinano tanto da poterle toccare, ma quando allungo le mani retrocedono di pochi centimetri. Pochi minuti poi risaliamo in barca dove tutti ci stanno aspettando per andare in un altro sito, la corona del diavolo, per continuare a fare snorkeling. Alcuni scogli neri spuntano dal mare, sugli scogli tanti uccelli. Di nuovo in acqua, con la muta, maschera, boccaglio e pinne. Sul fondo qualche squalo, mante e pesci di piccola taglia. La corrente è fortissima, faccio una fatica boia ad entrare tra le rocce, muovo con forza le pinne ma sembra di non avanzare e con alcune onde a volte retrocedo, comunque stanco ed affannato riesco ad entrare. Le rocce formano una specie di circonferenza dove in centro c’è una specie di laguna, l’acqua è bassa, calma e chiarissima, da una parte c’è anche una piccola spiaggetta ma non possiamo avvicinarci perché c’è il maschio delle otarie, che è molto più grande delle femmine viste fin’ora ed è territoriale ed aggressivo. Ritornare alla barca è più facile, la corrente è a favore. Da lì andiamo al molo di Puerto Velasco Ibarra, il piccolo centro abitato dell’isola, dove andiamo in un ristorante a pranzare. Al molo dormono tranquille alcune otarie e piccole iguane marine sono accompagnate da grandi pellicani. Dopo pranzo la maggior parte del gruppo sale su un pulmino per raggiungere la parte alta dell’isola, io e gli altri subacquei torniamo al molo dove ci imbarchiamo nuovamente e raggiungiamo punta cormoran, il sito per la seconda immersione. Qui gli squali abbondano, ne vediamo uno dopo l’altro, di diverse taglie, grandi mante nuotano sinuose e solitarie e una grande tartaruga ci osserva tra le alghe del fondo. Risalendo incrociamo varie tartarughe nuotando a mezz’acqua. Purtroppo non abbiamo avvistato neanche uno squalo martello, che insieme alle tartaruga Galapagos è il simbolo del parco… pazienza. Quando torniamo in superficie il motoscafo viene a raccoglierci e poi torniamo a Puerto Velasco Ibarra a prendere gli altri turisti che sono già li che ci aspettano, poi altre due ore di veloce motoscafo ci riportano all’isola di Santa Cruz. È stata un avventura indimenticabile ed un insieme di emozioni irripetibili.

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