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mercoledì 15 aprile 2009

# San Paolo, Brasil

Ormai sono a San Paolo, in Brasile già da una settimana, mi sono fermato così tanto perché dovevo sfebbrare, e non avevo voglia di mettermi in viaggio. L’idea iniziale era di fermarmi solo due o tre giorni poi dirigermi a Rio de Janeiro, ma la febbre e un inizio di bronchite prese in Italia al rientro dal viaggio in Egitto, l’International hostel con la sua megacolazione e il personale molto accogliente e la curiosità di vedere un po’ di questa immensa megalopoli, mi hanno convinto a rimanere qualche giorno in più a riposare e passeggiare per la città.
Ho visitato poco, in effetti San Paolo non offre grandi o interessanti attrattive, ma sensazioni controverse. È piena di grattacieli, il traffico è ben regolato (a differenza de Il Cairo, dove praticamente non esiste un codice stradale e la precedenza ce l’ha chi se la prende, dove i pedoni sono solo fastidiosi insetti che attraversano, senza averne diritto, la strada). È una città moderna di stampo occidentale, con tanti ristoranti, pizzerie, mc donald’s, centri commerciali, semafori, cavalcavia, sottopassaggi, treni, autobus, tram, chiese, piazze, pochi musei, una spruzzatina di piccoli parchi, hotel, birrerie, moto, automobili, barboni di ogni età che dormono per la strada nell’indifferenza della gente che va a scuola o lavora.

In centro c’è un centro commerciale con tantissimi laboratori di tatuatori, negozi di Cd e magliette di gruppi rock, piercing, attrezzatura e colori per tatuatori, e il venerdì e sabato si è riempito di punk e metallari, non soltanto all’interno ma anche nelle vicine strade e nella piazzetta di fronte. Invece, la strada che da piazza della repubblica porta all’ostello dove alloggio, la notte si riempie di gay, lesbiche ed eccentrici personaggi.

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