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martedì 22 gennaio 2008

*Puerto Natales

I pullman diretti a Ushuaia sono tutti pieni e prenotati per vari giorni, così decido di fare il viaggio a tappe e da Calafate mi dirigo a Puerto Natales, in Cile. La maggior parte del tragitto si percorre su una strada sterrata. Lungo il cammino si vedono spesso grandi gregge di pecore coperte di spessa lana, qualche mucca e ogni tanto anche qualche mitico gaucho, pastori solitari a cavallo. Da lontano ci accompagna sempre il massiccio del Torre del Paine.
Varie ore dopo arriviamo al posto di frontiera argentino, scendo cinque minuti, soffia un forte e fastidioso vento, l’ autista mi dice che qui è sempre così. Poco dopo il paesaggio cambia notevolmente, scesi dalla piana meseta patagonica, tutto intorno ci sono verdi colline e i ghiacciai delle montagne si avvicinano sempre di più. Dopo pochi chilometri arriviamo alla dogana cilena, il paesaggio è cambiato ma il vento è lo stesso.

Ora che ho aggiunto il timbro del Cile al mio passaporto, mi mancano solo quattro timbri per completare il sud america, due stati indipendenti, Guyana e Suriname, e due colonie, Guaiana francese e le isole Falkland, inglesi, ma almeno per il momento non ho intenzione di aggiungerli.

Il paesaggio si fa sempre più interessante, le montagne si avvicinano, le colline si ricoprono di faggi, i prati sono coperti di bianche margherite, i pascoli sono pieni di vacche pezzate e poi si arriva a Puerto Natales,
incorniciata da picchi innevati e adagiata sullo stretto dell’ ultima speranza, uno specchio d’ acqua turchese, con case in legno e un bel lungomare.

gigipeis

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