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sabato 15 gennaio 2011

* Fés el Bali

Mi sveglio tardi e vado a fare un giro per le arterie principali della città nuova, per fermarmi a bere un the. Vado a vedere qualche moschea da fuori. Visito anche il mercato municipale, ma non è niente di interessante. Rientrato in hotel mi chiedono se voglio visitare la Medina con una guida “ufficiale”. Subito dico di no, ma poi cambio idea e concordo il prezzo e il fatto che non voglio comprare nulla, quindi niente giro dei negozi. Il ceffo mi rassicura e chiama una guida, dal nome originalissimo: Mohamed!
Con un “Petit Taxi Uno Rossa” arriviamo ad un entrata della città vecchia, non la stessa che ho raggiunto ieri a piedi, ma una più lontano. Ci addentriamo nel suq tra vicoli stretti e minareti, mi spiega che Fés el Bali, la medina, è la città medievale più grande del Marocco e probabilmente la città pedonale più grande al mondo. Le viuzze strette e le botteghe sono molto suggestive, tra venditori di datteri e macellai con teste di dromedario (perché in Marocco il cammello non c'è, non fanno altro che ripetermi 'sta storia.) appese ai ganci, ci sono venditori di tappeti, di cuscini in cuoio e abiti tradizionali magrebini.
Passa poco tempo da quando siamo entrati che il ceffo mi porta dentro una cooperativa dove fanno coperte di lana e tappeti. Piccola spiegazione, un the alla menta offerto, e dimostrazione della merce in vendita. Da qui è un susseguirsi di visite a cooperative e laboratori artigianali, dove cercano di vendermi di tutto, e per fortuna che avevo detto che non volevo visitare negozi. Rimango irremovibile e non compro nulla.
La vista delle concerie dall'alto di una terrazza di una cooperativa che lavora e vende il cuoio è la visita più interessante della giornata.
Finito il giro, 2 ore, Mohamed mi lascia davanti alla Porta Blu, la porta della città vecchia più importante, e appena lo pago, sparisce letteralmente tra i vicoli della medina.
Io torno ad addentrarmi da solo, per perdermi tra i portoni in legno e le stradine e magari trovare qualche soggetto da fotografare.
Mi perdo sul serio, e dopo un po' che mi trovo a girare e rigirare in tondo, una bambina che parla spagnolo mi avvicina ed è disposta ad accompagnarmi per 2 euro (già 2 euro, ma qui la moneta non è mica l'euro... Bhoo). Sono stanco e voglio tornare in hotel, quindi cerco di contrattare ma lei non si smuove, alla fine cedo e mi faccio accompagnare. L'uscita non è certo vicino, ci mettiamo un po' ad arrivare nelle vicinanze del suq, mi accompagna fin fuori le mura, mi ferma un “Petit Taxi Uno Rossa”, gli dice il nome del mio hotel, gli do i 2 euro e mi regala un altro splendido sorriso e svanisce tra la gente.
Cosى rientro in hotel, nella città nuova, dove la sera vado a fare una passeggiata nel viale principale pieno di coppiette e ragazzi con la giacca di pelle.

gigipeis

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