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giovedì 19 marzo 2009

Luxor

Parto da Dahab e dopo circa 19 ore di autobus, tanti check-point, tanti controlli documenti e tante fermate in varie stazioni e località, verso le 11 del mattino arrivo a Luxor. La stazione è lontana dal centro, con un taxi raggiungo l’oasis hotel, consigliato dalla Lonely Planet. Visito i templi di Luxor, nel cuore della cittadina, e Karnak, 3 chilometri più a nord, sul lato orientale del Nilo.
Il tempio di Luxor era dedicato a “Amenemopet”, in gran parte opera dei faraoni Amenhotep III e Ramesse II, nei secoli poi ampliato da Tutankhamen, Alessandro Magno e diversi imperatori romani.
Probabilmente il nome Luxor deriva dalla parola araba “Al-Uqsur”, che vuol dire fortificazioni, visto che i romani vi fecero costruire un forte militare intorno al tempio. Probabilmente in antichità il tempio era circondato da costruzioni in mattoni crudi ed in seguito al declino di Luxor, gli abitanti cominciarono a costruire anche all’interno del tempio. Nel XIV secolo, lo sceicco locale fece costruire una moschea in uno dei cortili interni. Dal 1885 gli scavi archeologici comportarono la rimozione del villaggio e lo sgombero delle macerie accumulate nei secoli, riportando alla luce ciò che si vede oggi ma lasciando intatta la moschea. Una foto d’epoca mostra dei bambini giocare tra le colonne alte quanto loro, oggi sono alte diversi metri. A vari metri d’altezza c’è una porta della moschea, che allora era l’entrata principale, ed il terreno arrivava fino al gradino della porta, oggi si apre sul vuoto. All’ingresso del tempio c’è un obelisco di granito rosa, in origine ce n’erano due, l’altro ora è a Parigi, dietro l’obelisco ci sono due enormi statue di Ramesse II sedute, e poco più in là un’altra statua di Ramesse II in piedi. Anche all’interno ci sono statue di Ramesse II, altre statue, bassorilievi e un colonnato. Finita la visita salgo su un minibus locale che per un pound mi porta a Karnak. Anche qui, come a Luxor e in vari siti a Il Cairo, uso la falsa student card del 2004 con la data sbavata e pago l’ingresso molto meno.
Più che un tempio,
Karnak, è un complesso di santuari, chioschi, piloni, obelischi, dedicati alle divinità tebane e alla gloria dei faraoni. La struttura principale è il tempio di Amon, che pare sia il più grande edificio sacro mai costruito. Sembra che i lavori si susseguirono per 1500 anni e fu il più importante centro di culto egizio per tutta la durata del nuovo regno. All’interno una foresta di colonne altissime dà quasi un senso di smarrimento, tante statue, obelischi, di cui il più alto d’Egitto, molti in rovina e a terra, (tra l’altro un obelisco di Karnak ora sta a Roma), tanti geroglifici su alti piloni, cappelle, altri templi, troppi turisti.
Verso le 5 esco dal sito prendo un altro minibus che mi porta al tempio di Luxor, 5 minuti di cammino e sono all’oasis hotel. La sera esco per cenare e fare una passeggiata sul lungofiume, c’è tanta gente.
Il tempio di Luxor è illuminato e sembra anche più immenso. Il Nilo scorre lento, ormeggiate sulla riva alcune navi da crociera e tante feluche con le vele ammainate.

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