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domenica 25 aprile 2010

# Ayutthaya

Conosco tanta gente che è stata in Thailandia, ma nessuno mi ha mai parlato di Ayutthaya e delle sue rovine, e probabilmente non ci sarei mai passato se a Bangkok non ci fossero gli scontri, i tafferugli, le strade bloccate per i disordini politici che vanno avanti già da qualche settimana.
Arrivo presto alla stazione dei treni di Bangkok e prendo subito un treno che per 20 bath, in due ore, mi porta nell'antica capitale del Siam.
Mi sistemo in una guesthouse a pochi passi dalla stazione, quasi di fronte al molo dove una piccola barchetta, per 3 bath, traghetta le persone al di là del fiume, sull'isola, che è anche il fulcro della cittadina.
Le rovine hanno un fascino particolare, ci sono comitive in autobus e qualche turista indipendente come me, ma Ayutthaya non è certo meta di un afflusso turistico di massa. Il primo giorno visito a piedi diversi siti nell'isola, spettacolari e sorprendenti come tutte le cose che non ti aspetti. Il secondo giorno vado a piedi a visitare alcuni templi a est della città, fuori dall'isola. Poi mi faccio accompagnare da un moto taxi dall'altra parte della città, attraversando l'isola, per aspettare il tramonto in un altro straordinario tempio, forse il migliore di Ayutthaya.
Questa città fu la capitale del Siam e centro del potere asiatico per 417 anni, dal 1350 fino a che, nel 1767, l'esercito Birmano invase la città, la saccheggiò e pose fine alla sua gloria. Segui un breve periodo d'instabilità poi la capitale venne spostata a Bangkok. Ora è una tranquilla cittadina di provincia.
Fuori dal centro mi è capitato di vedere un elefante passeggiare per strada, senza contare quelli visti vicino ad alcuni templi che portano i turisti a zonzo per i vari siti archeologici. La Thailandia è il paese degli elefanti, e dopo quasi venticinque giorni del mio soggiorno in questo paese, finalmente gli ho potuti ammirare da vicino.

gigipeis

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